L’avena nella cosmesi

La detersione green (senza sapone)

Con grande beneficio per la pelle, le farine dei cereali si impiegano per detergere la cute in modo fisiologico al posto dei tensioattivi comuni, poiché contengono amido e sostanze emulsionanti capaci di emulsionare il sebo, ossia il grasso, con l’acqua. Quelle integrali sono più grossolane e ruvide poiché contengono una frazione di crusca, le cui particelle agiscono come uno scrub esfoliante migliorando la detersione e asportando le cellule morte dell’epidermide. In tal caso, la farina di avena contiene amido, lecitine e una piccola quantità di saponine, le quali sono in grado di emulsionare facilmente lo sporco cutaneo (la crusca si usa come bagno curativo nelle dermatiti seborroiche). Per eliminare l’effetto scrub e rendere il detergente più delicato, si può setacciare la farina in modo da rendere le particelle talmente impalpabili da creare con l’olio e l’acqua un’emulsione vellutata sulla pelle. La farina d’avena, la sola parte proteica oppure quella ami­dacea, è indicata per le pelli arrossate del neonato, del bambino e dell’adulto per un bagno emolliente, idratante e lenitivo. Come si effettua la detersione? Si applica la farina o l’amido, se l’epidermide è secca, direttamente sulla pelle leggermente inumidita, quindi si esegue un delicato massaggio circolare oppure si prepara a parte una pasta morbida con la farina e un’acqua vegetale (infuso d’erbe). In caso di pelle grassa, si preferisce la farina d’avena integrale abbinata all’argilla e alla polvere di radice di liquirizia. Dopo aver massaggiato la pelle, si procede al risciacquo sotto la doccia, oppure ci si immerge direttamente nell’acqua della vasca. Poiché non si impiegano tensioattivi, dopo il bagno non è necessario un ulteriore risciacquo con acqua pulita. Alla fine si tampona la pelle con un asciugamano morbido.

Formulazione cosmetica

La farina d’avena colloidale si ottiene dopo aver macinato finemente i chicchi e avere sottoposto a bollitura la polvere ottenuta per estrarne il materiale colloidale. Una volta ottenuta, si incorpora però con difficoltà nelle formulazioni e questo è l’unico limite alla sua applicazione. In ambito dermo-cosmetico, è molto più conveniente usare i vari tipi di estratti d’avena dalle proprietà antipruriginose, idratanti e lenitive. Si utilizzano per la formulazione di polveri aspersorie, paste, emulsioni, gel da barba, creme idratanti, polveri da bagno e shampoo (per aumentarne la tollerabilità cutanea) e in tutti quei prodotti destinati a pelli sensibili, facilmente arrossabili e nella paido-cosmesi (baby care, balsami e salviette). L’uso dell’avena colloidale è regolamentato dalla FDA (U.S. Food and Drug Administration) nella Monografia degli OTC del giugno 2003, mentre le sue preparazioni sono standardizzate dalla USP (United States Pharmacopeia). La FDA ha rivisto la sicurezza e l’efficacia della farina colloidale d’avena e ne ha approvato l’uso come principio attivo nei farmaci OTC (Over-The-Counter) protettivi della pelle alla concentrazione minima dello 0,07% o dello 0,03% se usata in combinazione con olio minerale, in tal caso si tratta di colloidal oatmeal. Quando, invece, è usata nei prodotti di cura personale e cosmetica può chiamarsi avena sativa meal extract (Tab.1). In conclusione, abbiamo apprezzato e scoperto un cereale dalle molteplici proprietà funzionali e dalle innumerevoli virtù: allo stesso tempo è un detergente, un idratante, una sostanza dal potere tampone come pure un agente antinfiammatorio, lenitivo e protettivo della pelle per tutti.