Botanicals, Europa e indicazioni salutistiche

Attualmente non esiste in Europa un sistema di autorizzazione centralizzato per i preparati a base di erbe classificati come integratori alimentari (botanicals), anche se il loro impiego deve rispettare i princìpi generali e i requisiti della legislazione alimentare di ogni Stato membro dell’Unione Europea (UE), attribuendo così la responsabilità legale della sicurezza del prodotto agli operatori del settore.

Il percorso di approvazione delle indicazioni salutistiche (claims) degli integratori “verdi” versa da anni in una fase di stallo e sono circa 2.000 le richieste sospese dal 2012, in un quadro che fa emergere anche una chiara disparità tra botanicals e medicinali tradizionali a base di erbe, regolati questi dalla Direttiva 2004/24 CE.

L’obiettivo del Regolamento europeo sui claims salutistici varato nel 2006 era quello di garantire un elevato livello di protezione dei consumatori e il buon funzionamento del mercato interno. Ma qualcosa è andato storto se dopo tanti anni non è stato registrato alcun progresso, nonostante l’invito della precedente Commissione ad agire in modo equilibrato e condiviso su questa materia, superando la frammentazione che si è creata in Europa.

L’anomalia di questa situazione è ancora più evidente a fronte della progressiva espansione delle vendite online di preparati con indicazioni non autorizzate, effettuate in assenza di figure professionali di riferimento. Ad aumentare la frammentazione del mercato interno dell’UE si aggiunge il fatto che alcuni Stati europei hanno introdotto i propri elenchi positivi o negativi per gli ingredienti vegetali, come evidenzia una recente ricerca commissionata dal Parlamento Europeo.

Qualcosa sembra, però, smuovere queste acque stagnanti, benché non sia ancora chiaro se produrrà risultati concreti. A fine gennaio, infatti, il Parlamento europeo ha votato una risoluzione volta a stimolare il Consiglio europeo e la Commissione a intervenire sui claims salutistici dei botanicals ancora “in sospeso”, sollecitando gli Stati membri a stabilire un approccio coordinato e invitandoli a definire al più presto un elenco comunitario negativo dei botanicals utilizzati negli alimenti, sulla base degli effetti avversi sulla salute già segnalati nelle singole realtà nazionali.

Sempre in gennaio, il report di attuazione del citato Regolamento sulle indicazioni nutrizionali e sulla salute dei botanicals evidenziava “le preoccupazioni sull’uso continuato delle indicazioni ‘hold-on’ nell’ambito delle misure transitorie del Regolamento stesso”, riprendendo una relazione di valutazione della Commissione del 2020.

Con le elezioni europee alle porte, l’auspicio è che si possa uscire da questo stallo e che i nuovi decisori affrontino il tema con maggiore concretezza, rimuovendo ciò che rischia di trasformarsi in un ostacolo allo sviluppo del mercato.

Staremo, dunque, a vedere se i botanicals riceveranno maggiore attenzione da parte della nuova Commissione o se questi finiranno di nuovo nel dimenticatoio, surclassati da altre e più urgenti questioni di interesse prioritario per Bruxelles.