Nuove disposizioni sulla curcuma

Con un impiego tradizionale millenario e un numero di pubblicazioni scientifiche in crescita negli ultimi decenni, la curcuma è tra i princìpi vegetali di maggiore interesse per i suoi effetti sulla salute.

Utilizzati in moltissime preparazioni in tutto il mondo, gli estratti di curcuma sono prescritti in Italia anche da operatori sanitari sulla scorta delle evidenze scientifiche che ne hanno indicato l’azione antinfiammatoria, antiossidante, antipertensiva, neuro e anche epatoprotettiva.

A titolo solo esemplificativo un articolo sulla rivista Molecules riportava, già nel 2020, oltre 18.000 pubblicazioni su curcuma e curcumina, di cui 1.378 revisioni e circa 700 studi clinici.

Eppure un recente provvedimento del Ministero della Salute – Direzione generale per l’igiene e la sicurezza degli alimenti e la nutrizione, il decreto direttoriale del 28 luglio 2022, ha disposto che non potranno più essere indicati gli effetti fisiologici specifici finora attribuiti alla sostanza, eliminandoli dall’Elenco allegato al Decreto del 10 luglio 2018.

Il documento giunge a seguito delle valutazioni su alcuni casi di epatotossicità successivi al consumo di integratori alimentari contenenti estratti e derivati della curcuma. Le analisi eseguite dal gruppo interdisciplinare di esperti appositamente istituito hanno, tuttavia, rilevato che le cause di questi eventi devono essere verosimilmente ricondotte a reazioni di natura idiosincrasica.

Si tratterebbe, perciò, di casi di ipersensibilità allergica dell’organismo a determinate sostanze, che in soggetti normali risultano innocue. D’altra parte le linee guida sull’epatite da farmaci, pubblicate nel 2019 dall’Associazione Europea per lo Studio del Fegato (European Association for the Study of the Liver-EASL) sulla sua rivista ufficiale Journal of Hepatology, nel paragrafo dedicato all’uso dei fitoterapici e al rischio di sviluppare epatotossicità non includono la curcumina.

Le autorità del Ministero, oltre a eliminare tutti i claims, inclusi quelli riguardanti la funzione articolare, hanno ritenuto necessario ampliare anche l’avvertenza specifica che era già stata inserita nel 2019 per gli integratori a base di curcuma, sconsigliandone il consumo in caso di problemi epatici, alterazioni della funzione biliare o di calcolosi delle vie biliari e invitando, in caso di assunzione contemporanea di farmaci, a sentire il parere del medico. Le aziende hanno tempo fino al 31 dicembre 2022 per garantire la conformità delle loro etichette.

È noto, poi, che l’impiego di piante ed estratti vegetali presenti nel citato elenco ministeriale delle piante autorizzate per la preparazione di integratori alimentari è subordinato alla non applicabilità del Regolamento europeo 2015/2283 sui nuovi alimenti, o novel food, ossia “qualunque alimento non utilizzato in misura significativa per il consumo umano nell’Unione Europea prima del 15 maggio 1997”.

Ed è proprio la questione dei novel food uno dei nodi da sciogliere. Il Ministero della Salute ha chiesto, infatti, alle associazioni del settore di raccogliere i dati di consumo significativo precedente al 1997 degli estratti di Curcuma longa spp. a elevato titolo di curcumina, poiché dai lavori raccolti dal gruppo interdisciplinare non sembrerebbe esserci una storia di consumo alimentare di questi preparati.

Gli operatori del settore alimentare dovranno, quindi, acquisire la documentazione necessaria in un arco di tempo molto breve e metterla a disposizione dell’autorità competente ai controlli.

Questi dati saranno, poi, valutati dal Ministero per verificare se i preparati in commercio debbano essere considerati come novel food e, di conseguenza, non possano essere impiegati nell’ambito alimentare senza un’autorizzazione preventiva.

Uno spiraglio potrebbe aprirsi, invece, per i prodotti a base di Aloe contenenti aloe-emodina, emodina ecc., dato che l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) dovrebbe esprimere a breve un parere sui nuovi dati presentati dalle associazioni del settore. Vi terremo informati!