Il lino è una pianta erbacea annuale alta tra 30 e 60 cm con fusto eretto, molto fragile, ramificato nella parte finale, con foglie tenere, lanceolate di color verde scuro e grandi fiori, raccolti in racemi terminali, di colore azzurro-cielo . I frutti sono capsule contenenti semi di piccole dimensioni, di forma ovale e di colore dal bruno scuro al giallo paglierino, a seconda delle varietà. I principali componenti nei semi sono mucillagini (arabinosio, galattosio, ramnosio, xilosio, acido mannuronico e acido galatturonico), acidi grassi (linoleico, alfa-linoleico e oleico), fibre, proteine, minerali, steroli, lignani, triterpeni e sostanze glicosidiche.
Proprietà salutistiche
Le proprietà salutistiche del lino erano note a Dioscoride e Plinio che ne citavano le virtù lenitive e antinfiammatorie sia per l’uso esterno che interno. Tipici della tradizione sono i cataplasmi antitussivi preparati riscaldando i semi di lino (o la farina ottenuta da questi) e applicati, avvolti in un panno, sul petto per qualche minuto. Gli impacchi con la farina di semi di lino venivano impiegati anche per alleviare infiammazioni cutanee, foruncolosi, eczemi e acne. Ai semi di lino, da cui si ricava uno degli oli più ricchi in acido linolenico e antiossidanti (omega 3, omega 6, vitamina F, vitamina E), sono attribuite proprietà blandamente lassative di beneficio nella stipsi cronica. Queste proprietà sono riconducibili alle mucillagini che richiamano acqua all’interno del lume intestinale e formano un gel voluminoso che stimola i movimenti peristaltici. I semi di lino possono essere di aiuto anche per altri problemi correlati alle infiammazioni del colon, dato che la loro azione emolliente e lenitiva contribuisce a sfiammare le mucose irritate. L’azione ipocolesterolemizzante è correlata alla presenza degli acidi grassi polinsaturi omega 3 e di fibre.
Studio sulla glicemia post prandiale
Alcuni studi hanno mostrato che i semi di lino contribuiscono a migliorare alcuni parametri relativi alla sindrome metabolica e ad abbassare i valori della glicemia. Questo studio clinico randomizzato in crossover ha valutato in modo specifico gli effetti acuti del consumo di semi di lino sulla curva glicemica postprandiale 2 ore dopo i pasti in 19 soggetti con diabete mellito di tipo 2. I partecipanti al trial sono stati assegnati in modo casuale a due gruppi; il gruppo d’intervento ha assunto prima di una colazione standard 15 g di semi di lino mentre il secondo (controllo) ha consumato soltanto la colazione. La glicemia è stata misurata a digiuno e dopo i pasti 15, 30, 45, 60, 90 e 120 minuti dopo l’intervento. Sono stati valutati anche i marcatori di palatabilità (attrattiva visiva, odore e piacevolezza del gusto) e l’intensità del gusto (dolcezza, salinità, amarezza, asprezza e cremosità). Nel gruppo intervento il picco glicemico e la risposta glicemica sono risultati ridotti rispettivamente del 17% (p = 0,001) e del 24% (p 0,001). L’ingestione di 15 g di semi di lino macinati prima della colazione ha quindi ridotto la glicemia postprandiale in soggetti con diabete di tipo 2. I semi di lino sono considerati generalmente sicuri ma si sconsigliano in caso diverticoli intestinali o di sindromi occlusive gastrointestinali; evitare l’assunzione in contemporanea con i farmaci in quanto, a causa dell’alto contenuto in mucillagini e fibre, potrebbero ridurne l’assorbimento.
Fonte:
Moreira FD, Reis CEG, Welker AF, Gallassi AD. Acute Flaxseed Intake Reduces Postprandial Glycemia in Subjects with Type 2 Diabetes: A Randomized Crossover Clinical Trial. Nutrients. 2022 Sep 10;14(18):3736.