Il tè verde riduce il colesterolo delle donne in menopausa

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Lo afferma un recente studio condotto da ricercatori statunitensi delle Università di Pittsburgh, Minnesota e Southern California secondo il quale gli effetti ipolipemizzanti della pianta sarebbero maggiori nelle donne che, all’inizio dello studio, presentavano livelli più alti di colesterolo.

Questa ricerca, spiegano gli autori, suggerisce che si possa utilizzare il tè verde per ridurre i livelli di colesterolo, in particolare nelle persone che presentano valori alti o border line di questa sostanza, e che possa essere di conseguenza uno strumento per ridurre la morbilità e i tassi di mortalità correlati alle malattie cardiovascolari.

Si tratta peraltro di una conferma di lavori precedenti che hanno già evidenziato le proprietà benefiche di Camellia sinensis e dei suoi componenti attivi, soprattutto l’epigallocatechina gallato (EGCG).

Nello studio è stato utilizzato un preparato in capsule che fornisce 1315 mg di catechine al giorno (843 mg di EGCG, 202 mg di epigallocatechina e 107 mg di epicatechina); sono state assunte 4 capsule di estratto o di placebo al giorno.

Si tratta di uno studio “ancillare” di una sperimentazione randomizzata e controllata che ha valutato l’effetto di estratti di tè verde sul rischio di tumore al seno, condotto su 1.075 donne che per 12 mesi hanno assunto, mediante randomizzazione, un placebo o un estratto di tè verde.

Nelle 936 donne che hanno completato lo studio, il tè verde è risultato associato a una riduzione del 2,1% del colesterolo totale e del 4,1% di quello LDL, mentre nel gruppo placebo i valori erano aumentati rispettivamente dello 0,7% e dello 0,9%.

Fra le catechine del tè verde bioattive, l’EGCG è la più interessante essendo la più abbondante ed è ritenuta responsabile degli effetti ipolipemizzanti di questa pianta.

Secondo gli autori dello studio “il meccanismo esatto attraverso cui il tè verde e l’EGCG svolgono questa azione è ancora ampiamente sconosciuto. Si ipotizza che ciò avvenga con la soppressione della biosintesi del colesterolo, l’interferenza dell’assorbimento dei lipidi e l’aumento dell’escrezione fecale di colesterolo”.

1 commento

  1. Una riduzione del 2 o del 4% mi sembra insignificante. Uno studio di successo avrebbe dovuto ottenere una riduzione almeno del 20%

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