Il Marocco è un Paese caratterizzato da un’elevata biodiversità vegetale, anche se molte piante di uso tradizionale non sono sufficientemente valorizzate. Cerca di supplire a tale carenza il recente studio condotto da un team di universitari marocchini che, con la prospettiva di valorizzare gli estratti di meliloto (Melitotus albus, famiglia delle Fabaceae), ne ha vagliato l’attività antiossidante e la sicurezza.

Il meliloto è una pianta erbacea biennale aromatica che cresce in pieno sole o in ombra parziale su terreni calcarei e argillosi: presenta un fusto eretto e molto ramificato, foglie alterne e trifogliate, piccoli fiori profumati di colore giallo riuniti in infiorescenze a racemo.

In Marocco M. albus è considerata una pianta mellifera ed è anche una pianta commestibile ricca di vitamina C. Le giovani foglie vengono infatti consumate, in piccole quantità, in insalata, mentre i semi sono utilizzati come spezia. L’intera pianta viene, inoltre, essiccata e utilizzata anche come aromatizzante in dessert, salse e bevande.

Quanto alle proprietà biologiche, la pianta si caratterizza per gli alti livelli di cumarine e ciò spiega il suo utilizzo nella medicina tradizionale come anticoagulante e come unguento per le ulcere esterne. Le sommità fiorite, che ne costituiscono la droga, contengono anche flavonoidi, saponine e tannini.

Le principali proprietà attribuite al meliloto sono: venotonica, spasmolitica, astringente e modestamente rilassante; viene quindi utilizzato per lo più in caso di disturbi associati all’insufficienza venosa, quali senso di pesantezza alle gambe, edemi, crampi notturni, dolori alle gambe, congestione linfatica, malattia emorroidaria.

I ricercatori marocchini hanno valutato nello specifico, con vari metodi (saggi FRAP, DPPH, CAT ecc,), l’attività antiossidante degli estratti di meliloto e ne hanno, inoltre, determinato la composizione chimica.

I risultati delle indagini di laboratorio hanno mostrato che il contenuto totale di polifenoli dell’estratto acquoso, e quindi l’attività antiossidante, è superiore a quello dell’estratto etanolico. L’estratto acquoso è apparso il miglior modo per estrarre polifenoli e altre sostanze antiossidanti.

I risultati delle indagini con tutti i metodi utilizzati hanno mostrato che gli estratti di M. albus hanno una notevole attività antiossidante, un dato che correla con la loro ricchezza in composti fenolici e flavonoidi.

L’estratto di M. albus analizzato presentava un contenuto totale in fenoli del 99,99%, costituito da 12 componenti diversi, di cui i primari sono risultati acido clorogenico (43,68%), catechina/epicatechina (24,82%), acido -3-O-glucuronico (9,91%), naringina (7,64%) ecc.

È stato, inoltre, dimostrato che questi composti possono, entrando in circolo, avere un effetto benefico su vari organi e apparati dell’organismo.

Sulla base di questi risultati, conclude lo studio, M. albus può essere utilizzata in fitoterapia, cosmetica e come integratore alimentare.

Si ricorda che la pianta a dosaggi elevati può provocare cefalea e nausea ed è controindicata in gravidanza e in caso di assunzione concomitante di farmaci anticoagulanti.

Fonte: Ed-Dahmani I, El Fadili M, Kandsi F, et al. Phytochemical, Antioxidant Activity, and Toxicity of Wild Medicinal Plant of Melitotus albus ExtractsIn Vitro and In Silico Approaches. ACS Omega. 2024 Feb 9;9(8):9236-9246.

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