Orientare con professionalità le scelte d’acquisto

mariella fiera parmaIl Physicians’ Health Study, uno studio che ha monitorato oltre 14.000 medici americani per 11 anni, ha rilevato che l’assunzione di un multivitaminico è associata a una riduzione significativa del rischio di tumori, soprattutto tra i soggetti più anziani. Diverse ricerche hanno ormai sancito che uno stile di vita corretto, una dieta equilibrata e un’adeguata integrazione sono efficaci nella prevenzione cardiovascolare e due recenti metanalisi hanno confermato l’effetto positivo dell’aglio nella riduzione dei valori pressori. Un’altra metanalisi ha riconosciuto che il fico d’India, pianta onnipresente nel nostro Sud, è efficace nel controllo di colesterolo e glicemia, contribuendo quindi a prevenire la sindrome metabolica.

Conferme di grande interesse si registrano anche nella salute di genere: in questo caso una metanalisi pubblicata sulla prestigiosa rivista Jama, sulla scorta di ben 62 studi clinici randomizzati e controllati (il golden standard della ricerca scientifica), ha dimostrato che l’impiego di fitoestrogeni è efficace su vampate di calore e secchezza vaginale, disturbi tipici della menopausa per i quali molte donne scelgono le erbe.

Sono soltanto alcune delle ricerche condotte secondo rigorosi parametri scientifici, che hanno messo a fuoco l’azione positiva delle piante medicinali e di una corretta supplementazione per il benessere delle persone.

E stanno emergendo anche risvolti di natura economica, ai quali la ricerca sta prestando la necessaria attenzione. Fra questi, uno studio francese pubblicato nel 2015 su PloSOne ha rilevato che il ricorso regolare ai probiotici può ridurre in misura consistente i casi di infezioni respiratorie, i relativi cicli di terapia antibiotica e i giorni di malattia, determinando così un risparmio per il Sistema Sanitario Nazionale francese quantificato in 37,7 milioni di euro l’anno.

Non è l’unico studio, anche se fra quelli con volumi maggiori, a evidenziare come integratori, prodotti naturali ed erbe, sempre in tandem con un corretto stile di vita, contribuiscano non soltanto a migliorare la qualità della vita e ad alleviare diversi problemi e sintomi, ma anche a ridurre la spesa sanitaria e l’impatto sociale di alcune patologie. Si tratta di considerazioni fondamentali in questo periodo storico, quando la sostenibilità dei sistemi di salute, minata dalla crisi e dall’innalzamento della vita media, è un obiettivo condiviso dell’agenda pubblica internazionale.

Se la ricerca fornisce prove di efficacia per i preparati di origine vegetale sempre più consistenti, anche se da migliorare sotto il profilo metodologico, le indagini statistiche fotografano un mercato europeo degli integratori in salute, che ha raggiunto il valore di circa 13 miliardi di euro, in crescita anche in Italia, dove si registra un +7,4% del fatturato (dati FederSalus).

Con un valore di 2,6 miliardi di euro, 186 milioni di confezioni vendute e nuove categorie di prodotti mirati al sostegno funzionale, il nostro Paese ha costruito un modello e una leadership in questo settore, di cui una ricerca condotta da GfK Eurisko restituisce i dettagli. Nell’ultimo anno 8 italiani su 10 hanno utilizzato integratori e nutraceutici con una logica salutistica, di prevenzione e contenimento dei piccoli disturbi. Molto buone sono state le performance dei prodotti per le difese immunitarie, per la funzionalità gastro-intestinale e di quelli destinati al target dei “nuovi senior”, che mantiene un ruolo attivo e ha contribuito all’affermazione dell’attuale visione di salute e benessere.

La scelta d’acquisto, si legge in un’altra recente indagine di GfK Eurisko, si fa più evoluta. Il consumatore ripone grandi aspettative anche nella comunicazione e preferisce un approccio centrato non solo sul prodotto ma anche sull’esperienza e sul bisogno di benessere individuale, in grado di orientare le proprie scelte.

Con 11 milioni di internauti salutistici, il web è sempre di più, anche in Italia, il luogo dove acquisire queste informazioni, ma Internet non è l’unico strumento per orientare le proprie scelte e il consumatore cerca contemporaneamente conferme anche da parte di professionisti esperti.

Oggi l’interfaccia di questo processo è costituita soprattutto dal medico di famiglia e dal farmacista, ma l’erborista può conquistare un ruolo di primo piano in questo campo, mettendo a frutto formazione e competenze specifiche che possiede e deve valorizzare.