Erbe per i più piccoli, le linee guida dei pediatri

mariella fiera parmaI prodotti a base di piante officinali sono usati sempre più spesso anche per i più piccoli: è stato stimato che in Italia li utilizzi e prescriva circa il 50% dei pediatri, soprattutto per problemi come tosse, stipsi o coliche gassose. Per questo motivo la Federazione italiana dei medici pediatri (Fimp) ha pubblicato di recente le linee guida per un corretto impiego delle erbe nei bambini, aggiornando il precedente documento del 2008. Pur essendo indicazioni pensate per i pediatri e ad essi rivolte, il documento stimola tuttavia alcune riflessioni generali che riguardano l’uso delle erbe nei più piccoli. D’altra parte sono gli stessi pediatri che, con queste linee guida, si pongono anche l’obiettivo di avviare un dialogo a più ampio raggio, ad esempio con le famiglie, con cittadini/utenti sempre più informati e interessati a interventi dolci per i problemi dell’infanzia.

L’associazione dei pediatri raccomanda ai suoi iscritti di utilizzare fitoterapici titolati e standardizzati, preferibilmente prodotti in Italia o in Europa, evitando o minimizzando il ricorso a preparati contenenti alcol (esclusi sotto i 2 anni di età) e richiedendo una particolare cautela con gli oli essenziali (per via orale e inalatoria).

Chiede inoltre di verificare sempre “le sinergie e le interferenze tra le piante medicinali” e con i farmaci, consiglia di ridurre l’uso di preparati composti con un numero eccessivo di ingredienti, preferendo combinazioni limitate di fitocomplessi, e di rispettare le controindicazioni all’uso in età pediatrica riportate da studi, monografie o Farmacopee ufficiali. Le raccomandazioni proseguono con l’invito a utilizzare esclusivamente “droghe” vegetali con una lunga tradizione d’uso, meglio se confermata scientificamente da studi clinici condotti preferibilmente sul bambino. Una richiesta sacrosanta, anche se va detto che questo principio non è sempre rispettato neanche per i medicinali di sintesi, essendo la sperimentazione in ambito pediatrico non ancora sufficientemente sviluppata.

È chiaro che l’uso di qualsiasi prodotto destinato ai bambini, dunque individui ancora in fase di sviluppo, richieda una particolare attenzione. Nel caso delle erbe, il loro impiego non può e non deve avvenire senza una conoscenza specifica di caratteristiche, controindicazioni ed eventuali limiti nel dosaggio.

Questa conoscenza deve basarsi innanzitutto sui dati ricavati dalla ricerca scientifica, e in particolare su quelli forniti da trial clinici ad hoc, ma può anche far riferimento a una consolidata tradizione d’uso. Con un approccio possibilmente scevro da pregiudizi né offuscato da polemiche sterili o da allarmismi ingiustificati, come ad esempio quelli sollevati intorno alle tisane a base di finocchio e che periodicamente ritornano come un disco inceppato.

Le erbe, insomma, possono essere una risorsa anche per il benessere dei più piccoli purché si seguano alcune precauzioni e si eviti il “fai da te”. D’altronde sulle sostanze vegetali autorizzate dal Ministero della Salute per la preparazione degli integratori, esiste ormai una letteratura scientifica che ne conferma l’efficacia in diversi campi e la sicurezza d’uso, consentendone l’impiego anche per i più piccoli.

E se la consulenza del pediatra è fondamentale, perché non prendere in considerazione il contributo di altre figure professionali competenti in materia? L’erborista che abbia seguito un percorso di formazione, conseguendo la laurea o il diploma, ha i requisiti necessari per consigliare erbe ed estratti vegetali, in collaborazione con il medico. Lo farà ovviamente nell’ambito salutistico e non terapeutico in senso stretto, dunque limitandosi alla sfera di quei piccoli disturbi che non richiedano il ricorso ai farmaci e per i quali le erbe officinali rappresentano un valido supporto.

L’erborista, che lavori in sinergia con il pediatra, può rappresentare infine un argine contro il vero pericolo, ossia l’acquisto di prodotti in Internet o tramite canali di vendita non controllati. Canali che non forniscono quelle garanzie che caratterizzano invece la vendita in erboristeria, dove vengono proposti al pubblico preparati notificati con etichette chiare su contenuto e dosaggi.