Riflettori puntati sull’erboristeria

Il 66% degli Italiani tra i 18 e i 65 anni ha acquistato almeno un prodotto in erboristeria nell’ultimo anno. Di questi, più di uno su tre acquista almeno 2/3 volte al mese e può essere, quindi, considerato un ‘frequent user’ di tale canale di vendita.

È uno dei numerosi e originali dati dell’indagine ‘Il ruolo delle erboristerie in Italia’, ideata da l’Erborista con la consulenza di Nomisma e presentata in esclusiva nell’ultima giornata de ‘La Via delle Erbe’, organizzata quest’anno per la prima volta dalla nostra rivista.

Si tratta – corre l’obbligo sottolinearlo – del primo sondaggio organico realizzato su questo settore da molti anni che, colmando un perdurante vuoto informativo, restituisce un’ampia e dettagliata fotografia delle dinamiche e dei trend dell’erboristeria, mettendo a fuoco in particolare attitudini e bisogni di un consumatore sempre più attento alla naturalità e alla sostenibilità dei prodotti.

La maggior parte dei clienti entra in erboristeria per acquistare infusi e tisane (27%), prodotti cosmetici (18%) e integratori (16%), seguiti da oli essenziali e preparati fitoterapici. Si conferma, dunque, un andamento consolidato negli ultimi anni, come hanno attestato anche i rappresentanti delle associazioni di categoria che hanno discusso questi risultati nella Tavola Rotonda a conclusione della manifestazione.

Estremamente significativo, e valore aggiunto per la categoria, è il rapporto fiduciario che il consumatore intrattiene con l’erborista (47%), percepito come un professionista esperto (38%). L’erboristeria rappresenta, quindi, una garanzia di qualità (36%), sostenuta dalla competenza del personale e dall’assortimento merceologico, ma soprattutto dalla qualità dei prodotti che, con un significativo 85%, costituisce uno dei principali driver di acquisto e di frequentazione di questo canale.

È uno scenario positivo quello che scaturisce dalla ricerca, che ha indagato, tra l’altro, la frequentazione dell’erboristeria rispetto al 2019, rilevando come questa sia rimasta stabile per il 59% del campione, sia aumentata per il 23%, mentre il 2% dei consumatori ha iniziato a fare acquisti in questi punti vendita dopo quella data.

A fronte della crescente diffusione del commercio online, vediamo che il 51% del campione testato si rivolge solo ai punti vendita fisici (il 60% a quello di fiducia), il 38% a entrambi i canali e l’11% acquista solo online; inoltre, il 34% di questa quota lo fa sul sito web dell’erboristeria di fiducia. È un altro dato di particolare interesse che evidenzia come il rapporto fiduciario con l’erboristeria si estenda anche all’ambito digitale, mettendo in qualche modo al sicuro le erboristerie dal rischio di essere superate o schiacciate dalle grandi piattaforme del commercio elettronico.

La ricerca ha fotografato anche le aree di potenziale miglioramento: il consumatore auspica, ad esempio, più servizi e consulenze personalizzate, guarda con piacere a un’intensificazione dei rapporti con gli agricoltori del territorio, ma soprattutto manifesta l’esigenza di avere conoscenze più solide e consapevoli su tematiche come la fitoterapia, la cosmesi naturale e le interazioni tra piante officinali e farmaci. Si tratta di un’esigenza legittima che, nella definizione di future strategie di intervento per il settore, chiama in causa l’impegno innanzitutto degli operatori del settore, ma anche dei professionisti della comunicazione, per la diffusione di informazioni serie, affidabili e basate sui dati scientifici.

L’indagine ha restituito, infine, il profilo di quella fascia di consumatori che per più ragioni non fruisce di questo canale di vendita, segnalando tra le principali motivazioni della mancata frequentazione il prezzo, ritenuto meno conveniente rispetto ad altri canali.

Ultimo ma non meno importante, un dato piccolo ma a mio avviso particolarmente significativo: il 9% dei consumatori si reca in erboristeria su consiglio del medico di base. Un segnale che incoraggia la ricerca di future sinergie tra due figure molto diverse, ma che potrebbero trovare adeguate modalità di collaborazione, nel rispetto delle rispettive sfere di azione e competenza.