L’anice (Pimpinella anisum L., famiglia Apiaceae) è una pianta aromatica annuale originaria della regione mediterranea orientale e dell’Asia occidentale. I costituenti principali sono: dall’1,5 al 5 % di olio essenziale costituito da E-anetolo (90-95%), estragolo (1-2%), terpeni, sesquiterpeni; grassi (15-20%) e cumarine, flavonoidi. L’anice è tra le spezie ritrovate nei siti archeologici egiziani ed era noto ad antichi Greci e Romani: il valore terapeutico dei “semi” fu descritto nel I secolo dopo Cristo da Dioscoride e lodato da Plinio il Vecchio che attribuiva all’anice il potere di far dormire e di salvaguardare la giovinezza del viso. L’anice e il suo olio essenziale vengono utilizzati nelle medicine popolari e tradizionali per alleviare tosse, congestione respiratoria, emicrania, disturbi gastrointestinali e coliche, per alcune infezioni cutanee, come tranquillante e afrodisiaco e per favorire l’allattamento.

Le ricerche in corso

Alcune ricerche cliniche preliminari ne hanno esaminato l’efficacia per il diabete, la dismenorrea e le vampate di calore in menopausa; all’anice sono state attribuite anche proprietà antiossidanti, antinfiammatorie e antimicrobiche. Questa recente revisione narrativa presenta una sintesi degli studi eseguiti sia sull’uomo sia sugli animali che riportano i potenziali benefici dell’anice per la salute, evidenziando anche le future aree di ricerca. Gli studi clinici che valutano l’effetto dell’anice in diverse condizioni di salute, condotti per lo più in Iran, sono pochi  e caratterizzati da piccole dimensioni del campione (n = 20-47 soggetti) e dalla breve durata (4-6 settimane). Pur essendo di qualità variabile, questi studi forniscono evidenze preliminari delle potenziali azioni dell’anice nel modulare i sintomi di diabete, disturbi gastrointestinali, sinusite, emicrania e disturbi femminili. In uno di questi studi, ad esempio, la polvere di anice (9 g/die), somministrata a soggetti che presentavano dispepsia funzionale per 4 settimane, ha determinato rispetto al placebo una riduzione significativa del disagio e del dolore epigastrico nonché del gonfiore post-prandiale, con un netto miglioramento della qualità della vita, con riferimento all’aumento delle funzioni sociali e fisiche, della salute generale e della vitalità.

Un altro studio ha riguardato nello specifico un preparato in compresse a base di olio di anice somministrato per via orale (600 mg/die) a 38 soggetti con sindrome dell’intestino irritabile (IBS) per 4 settimane. Lo studio, a 3 bracci, in doppio cieco, controllato con placebo, ha riscontrato nel gruppo anice una riduzione di diarrea, gonfiore, reflusso, della gravità di stipsi e dolore addominale, anche durante un periodo di follow-up di 2 settimane. Il 75% dei pazienti non presentava sintomi di IBS alla fine del periodo di trattamento rispetto al 35% dei soggetti del gruppo di controllo (P < .001). Inoltre, l’assunzione di olio di anice ha prodotto una diminuzione significativa dei sintomi di depressione, lieve o moderata, nei soggetti con sindrome dell’intestino irritabile e un aumento significativo dei punteggi relativi alla qualità della vita. È interessante notare che il trattamento con olio di anice è risultato più efficace sui sintomi dell’IBS di un preparato a base di olio di menta piperita, un rimedio comunemente raccomandato e ben tollerato nella gestione a breve termine di questa sindrome. Una crema a base di olio di anice è stata applicata per 6 settimane sulle regioni temporali e frontali di 22 individui che soffrivano di emicrania, riducendo in modo significativo rispetto al placebo la frequenza e la durata degli attacchi, ma non l’intensità.

In un altro piccolo studio 26 persone con rinosinusite cronica, dopo l’applicazione di gocce nasali contenenti 200 μg di un estratto acquoso di anice in olio di mandorle (ogni 12 ore per 4 settimane), hanno ottenuto un miglioramento significativo dei sintomi sinonasali, con relativa riduzione dell’infiammazione della mucosa dei seni paranasali. L’anice è considerato sicuro se consumato in quantità normali come aromatizzante in alimenti e bevande. Si richiede cautela nell’uso di quantità elevate di anice a scopo curativo in soggetti sensibili, quali donne in gravidanza e in allattamento e neonati. L’articolo conclude evidenziando che sono necessari ulteriori studi clinici di alta qualità per chiarire la biodisponibilità delle sostanze fitochimiche presenti nella polvere, nell’olio e negli estratti di anice, come anche i potenziali effetti avversi in soggetti con diverse condizioni di salute.

Fonte:

Singletary, Keith W. Anise. Potential Health Benefits. Nutrition Today: 3/4 2022 – Volume 57 – Issue 2 – p 96-109.
https://journals.lww.com/nutritiontodayonline/Fulltext/2022/03000/Anise__Potential_Health_Benefits.10.aspx