Paese che vai, usanza che trovi… In Francia, ad esempio, il diploma di erborista è stato soppresso dal governo di Vichy nel settembre del 1941 e da allora non è più stato reintrodotto, anche se i diplomati potevano continuare a praticare la professione fino alla morte, grazie a una disposizione del settembre 1945. Oggi gli erboristi francesi sono rimasti in pochissimi, ancor meno le vere erboristerie, ed è concreto il rischio che questa professione scompaia del tutto. La commercializzazione delle piante ed erbe medicinali è riservata di fatto alle farmacie, fatta eccezione per 148 specie “da banco”, definite da un decreto datato 2008. E nonostante dal 2018 siano state avviate diverse iniziative per rilanciare la professione dell’erborista, a tutt’oggi non si registrano modifiche sostanziali di una situazione ben diversa da quella italiana.
In Italia, come sappiamo, sono dieci gli Atenei che propongono Corsi di laurea in Scienze e/o Tecniche Erboristiche e affini, certo meno di quanti si pensava potessero svilupparsi all’inizio degli anni 2000, quando ce n’erano oltre 20, ma comunque ben disseminati sull’intero territorio nazionale. Allo stato attuale questa è l’unica opzione che garantisce un percorso formativo riconosciuto in quest’ambito benché, come abbiamo già evidenziato, l’impostazione dei corsi possa essere rivista e migliorata, anche armonizzando i curricula delle diverse sedi universitarie.
Dopo gli approfondimenti dedicati, nell’anno passato, alle proposte formative di alcuni Corsi di laurea, abbiamo voluto capire questa volta quale destino attende i neolaureati una volta concluso l’iter di studi e, nello specifico, verificare, o perlomeno iniziare a farlo, la loro posizione nel mondo del lavoro. L’articolo di attualità pubblicato a pagina 14 di questo numero fa il punto in particolare per le sedi universitarie di Milano, Pisa e Padova, arricchendo le informazioni con contributi del mondo imprenditoriale e di laureati che hanno trovato una propria collocazione lavorativa.
A Milano, ad esempio, secondo una dettagliata indagine condotta da Almalaurea e aggiornata all’aprile del 2021, il 36% dei laureati del Corso di laurea in Scienze e Tecnologie Erboristiche ha trovato un impiego entro i 12 mesi, a fronte di una media di ateneo che si attesta al 32%. Il 37,5% dei responder ha affermato, inoltre, di utilizzare nel lavoro, in misura significativa, le competenze che aveva acquisito con la laurea e il 91% degli intervistati si è dichiarato soddisfatto per il percorso seguito. E se le retribuzioni sono basse, e allineate purtroppo a un trend nazionale, il livello di soddisfazione per la collocazione ottenuta è buono: 7 punti su scala da uno a dieci; rispetto a una media di 7,8 punti.
A Pisa un’indagine analoga riferisce che il 50% dei laureati a un anno è occupato, anche se talvolta a tempo determinato, e che ha trovato lavoro nei tre mesi successivi alla laurea. L’altro 50% continua gli studi, spesso scegliendo di conseguire una laurea magistrale, e quasi tutti gli interpellati da Almalaurea (circa l’80%) hanno dichiarato di avere trovato un’occupazione del tutto attinente al Corso di studi frequentato. Il 70% circa ritiene, poi, che la laurea sia stata utile ed efficace per il collocamento lavorativo, con un livello di soddisfazione pari a 7,7 punti su una scala da uno a dieci.
Su questo numero della rivista all’attualità abbiamo affiancato, come di consueto, gli articoli tecnico-scientifici dei nostri esperti, a partire da un approfondimento sul supporto offerto dalle piante officinali nel puerperio, una fase molto speciale della vita della donna segnato da emozioni, ma anche da nuove e alterate relazioni e responsabilità. E ancora trovate un insight sul contributo che le piante medicinali e un corretto approccio alimentare possono offrire alle persone affette da fibromialgia, una problematica di non facile identificazione clinica, quasi di frontiera, che colpisce dal 2% al 4% della popolazione (in particolare donne in età fertile) con sintomi spesso invalidanti. E parliamo anche di anice e cannella e di restrizione calorica e longevità.
Buona lettura, allora, nell’attesa che arrivi per tutti noi un’autentica primavera!