Un recentissimo articolo pubblicato sulla rivista Phytomedicine si interroga sulle ragioni del fallimento dell’armonizzazione dei preparati di origine vegetale a livello europeo, portando come esempio i casi di piante di ampio utilizzo quali l’iperico, la valeriana, il ginkgo, il ginseng e il tè verde. L’attuale legislazione comunitaria, scrivono gli autori tra i quali Anna Rita Bilia dell’Università di Firenze, necessita di attuazione e di un follow-up dato che nei Paesi membri dell’UE, come è emerso da un attento monitoraggio, la stessa pianta viene classificata a seconda della realtà nazionale in una o nell’altra delle categorie normative vigenti, ossia come prodotto medicinale, medicinale tradizionale a base di erbe o integratore alimentare, senza dimenticare dispositivi medici e cosmetici. Lo studio conclude segnalando l’urgenza di una maggiore omogeneità, anche per evitare le opzioni borderline.
Con lo sguardo all’Europa, uno dei dossier sul tavolo delle istituzioni comunitarie, da qualche anno, riguarda le droghe ad antrachinoni su cui l’Autorità europea della sicurezza alimentare (EFSA) aveva espresso un parere, non risolutivo, già nel gennaio del 2018. Partendo da quel documento, la Commissione Europea (CE) ha predisposto una bozza di documento che, se fosse approvata, andrebbe a vietare la libera vendita dei preparati a base di Aloe spp., nonché quelli contenenti emodina, aloe-emodina e dantrone, attraverso la modifica dell’allegato III del regolamento (CE) n. 1925/2006. Ciò per ragioni di sicurezza correlate a un’ipotizzata ‘attività genotossica’, che potrebbe aumentare il rischio di cancro del colon. Altre piante ad antrachinoni come senna, frangula e rabarbaro resterebbero autorizzate negli alimenti e negli integratori, ma sottoposte a monitoraggio per 4 anni prima di decidere in via definitiva sul loro impiego. Nessuna limitazione riguarderebbe invece farmaci e liquori.
La primavera passata, al culmine della pandemia da Coronavirus, veniva lanciata al riguardo una consultazione pubblica che aveva raccolto diversi dossier critici verso l’approccio proposto dalla CE; ciò nonostante lo scorso novembre la proposta regolatoria è stata trasmessa al Parlamento europeo che potrà obiettare entro 90 giorni dalla ricezione del testo. In caso di mancata obiezione la misura sarà pubblicata in Gazzetta Ufficiale per la successiva applicazione.
A titolo informativo ricordiamo che il mercato nazionale degli integratori alimentari contenenti estratti di Aloe e Aloe gel sine cute ammonta a circa 83 milioni di euro (Federsalus, gennaio 2020) e che questi prodotti sono presenti e utilizzati da decenni, senza aver evidenziato problemi importanti di sicurezza.
Anche in relazione alla loro lunga tradizione d’uso, come ha scritto di recente il responsabile del CERFIT Fabio Firenzuoli, non esistono ad oggi prove cliniche consistenti che dimostrino una correlazione tra l’impiego di queste piante e l’insorgenza di tumori intestinali. I dati preclinici di natura tossicologica, su cui è stato predisposto il citato parere dell’EFSA e che ha ‘armato’ il dispositivo della Commissione Europea, riguardano singole sostanze e sono peraltro affiancati da altre sperimentazioni che sono giunte a conclusioni opposte. Relativamente alle piante ad antrachinoni restano validi i criteri dettati dall’esperienza, raccomandati anche dall’Ema e dall’OMS, ossia evitarne l’impiego per periodi prolungati, non utilizzarle nei minori di 12 anni, in gravidanza e allattamento e in caso di malattie infiammatorie dell’intestino.
I prossimi mesi saranno dunque risolutivi per capire se i rumors sul destino delle droghe ad antrachinoni avranno un seguito applicativo seguendo l’iter comunitario.
Vogliamo comunque iniziare il 2021 con un approccio positivo e con rinnovata energia. Per questo abbiamo preparato un numero della rivista consistente nella foliazione e ricco di articoli su tematiche che abbracciano molti ambiti dell’attività dell’erborista: tra questi un focus su oli essenziali e tisane per il benessere delle vie respiratorie; due articoli che fanno il punto su due piante care all’erborista – valeriana e malva – e un lavoro dedicato alla salute del cavo orale. La dieta a sostegno del nostro sistema immunitario, chiamato così spesso in causa e più che mai cruciale in questa fase, è un altro dei temi trattati, mentre un approfondimento sul microbiota ne esplora il ruolo nella salute e nel benessere dell’individuo. Buona lettura e buon inizio anno!