Rosmarino, azione neurofarmacologica

Fresh rosemary with fresh garlic on wooden backgroundIl rosmarino (Rosmarinus officinalis) è un’erba ampiamente utilizzata nella tradizione, nota un tempo anche come “erba della rimembranza”. Sono pochi però gli studi che hanno valutato l’azione dei composti non volatili della pianta sul sistema nervoso centrale e le sue funzioni. Se ne sono occupati gli autori di questo studio, realizzato congiuntamente in Australia e Arabia Saudita, che hanno verificato come l’estratto di rosmarino abbia diverse proprietà neurofarmacologiche. Ciò grazie ad alcuni suoi costituenti attivi neurotrofici, e cioè rosmanolo, cirsimaritinina e salvigenina, che fanno parte precisamente della componente vegetale non volatile. In questa sperimentazione condotta su diversi modelli animali, è stata valutata anche la loro tossicità, che è risultata nulla anche ad alte dosi. Le tre sostanze hanno dimostrato di avere un’attività farmacologica antidepressiva, ansiolitica e antinocicettiva riportando dati simili al tramadolo e all’imipramina, i farmaci antidepressivi che sono stati somministrati al gruppo di controllo. Gli autori di questa sperimentazione hanno ipotizzato, sulla base di precedenti dati scientifici, che questi risultati siano dovuti all’interazione e alla regolazione dei recettori GABA A e non sui recettori delle benzodiazepine.
Fonte: Abdelhalim A, Karim N, Chebib M, Aburjai T, Khan I, Johnston GA, Hanrahan J. Antidepressant, Anxiolytic and Antinociceptive Activities of Constituents from Rosmarinus Officinalis. J Pharm Pharm Sci. 2015 Nov;18(4):448-59.