Il termine dislipidemie definisce una serie di alterazioni della quantità di lipidi (grassi) nel sangue, in particolare trigliceridi e colesterolo LDL. Le dislipidemie sono uno dei principali fattori di rischio per le malattie cardiovascolari.

Vari agenti ipolipemizzanti, in particolare le statine, vengono utilizzati per trattare questa alterazione del metabolismo, anche se con questi farmaci molti soggetti, soprattutto quelli con diabete mellito di tipo 2 e sindrome metabolica, non sempre riescono a raggiungere i valori di lipidi raccomandati; inoltre, alle statine sono attribuiti vari effetti collaterali, tra cui intolleranza alle statine, tossicità epatica e rabdomiolisi.

Il frutto del bergamotto (Citrus bergamia, famiglia delle Rutaceae) è ricco di flavonoidi e glicosidi e ha dimostrato con studi pubblicati in letteratura internazionale di migliorare i profili lipidici e l’aterosclerosi.

Una recente revisione sistematica con metanalisi – effettuata su studi clinici randomizzati e controllati (RCT) – ha valutato in maniera specifica gli effetti del consumo di preparati a base di bergamotto sul profilo lipidico di soggetti che presentavano varie condizioni legate al metabolismo.

Dopo una ricerca nei database medico-scientifici PubMed, Web of Knowledge, Scopus e Google Scholar, sono stati selezionati, su un totale di oltre 4.000 articoli, cinque studi per la metanalisi e nove per la revisione sistematica. Gli studi clinici randomizzati e controllati erano stati condotti su individui adulti (età≥ 18 anni), che avevano assunto per via orale prodotti a base di bergamotto o di suoi composti. Gli esiti primari e secondari consistevano nei livelli sierici di trigliceridi, colesterolo HDL e LDL.

I cinque studi della metanalisi – condotti su popolazioni con ipercolesterolemia mista (tre studi), ipercolesterolemia lieve (uno studio) e sindrome metabolica (uno studio) – includevano 258 partecipanti e avevano una durata variabile da 4 a 12 settimane; variabili erano anche le dosi di bergamotto assunte quotidianamente (500 mg -1.300 mg).

In questi studi, abbastanza eterogeni tra loro, sono state osservate diminuzioni significative dei livelli di trigliceridi, colesterolo totale e LDL e aumenti significativi dei livelli di colesterolo HDL dopo la supplementazione di bergamotto (P < 0,001 per tutti); è stata rilevata anche un’associazione non lineare significativa tra il dosaggio di bergamotto e i livelli di colesterolo totale (P = 0,003), trigliceridi (P = 0,013), colesterolo LDL (P = 0,006) e colesterolo HDL (P = 0,033).

La revisione sistematica ha riguardato invece nove studi, condotti in Italia, India, Grecia, Cina e Stati Uniti su soggetti con sindrome metabolica, steatosi epatica non alcolica, prediabete, cardiopatia ischemica e dislipidemia e sovrappeso, con durata da 6 a 24 settimane ed età media dei 576 partecipanti di 36,69 – 65,2 anni con l’IMC medio di 25,95-35,5 kg/m2.

L’analisi qualitativa ha mostrato risultati contraddittori che, secondo gli autori, possono essere correlati anche ai diversi dosaggi di bergamotto utilizzati nei vari studi presi in esame.

Questa ricerca di revisione con metanalisi, pur presentando diverse limitazioni metodologiche quali l’elevata eterogeneità e la bassa qualità degli studi inclusi nella metanalisi, ha mostrato i possibili effetti ipolipemizzanti del bergamotto. Questo dato deve essere ulteriormente approfondito con successive ricerche, come scrivono gli stessi autori.

Fonte: Sadeghi-dehsahreai H, Esmaeili Gouvarchin Ghaleh H, Mirnejad R, Parastouei K. The effect of bergamot (KoksalGarry) supplementation on lipid profiles: A systematic review and meta-analysis of randomized controlled trialsPhytother Res. December 2022;36(12):4409-4424.

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