Uno studio recente ha dimostrato l’efficacia dell’aromaterapia con oli essenziali di Lavandula angustifolia (lavanda) e Cananga odorata (ylang ylang) nel ridurre la pressione sanguigna in persone affette da ipertensione.
Lo studio, condotto su un campione di 56 volontari sani e di 34 volontari ipertesi, ha evidenziato che l’uso di cerotti contenenti oli di lavanda e ylang ylang, applicati sui vestiti per un periodo di 14 giorni, nei soggetti ipertesi ha portato a una riduzione significativa della pressione sistolica e diastolica rispetto al gruppo di controllo che utilizzava cerotti placebo.
Il cerotto, sviluppato per garantire un rilascio prolungato degli oli essenziali per almeno 12 ore, si è rivelato sicuro sia nei pazienti ipertesi che nei volontari sani. Non sono emerse reazioni avverse significative, né problemi di irritazione della pelle o del tratto respiratorio. Inoltre, l’uso del cerotto ha migliorato la qualità della vita dei partecipanti, riducendo sintomi come stanchezza, mal di testa e debolezza.
Gli oli essenziali di lavanda e ylang ylang, grazie ai loro principali composti attivi, come il linalolo, agiscono sul sistema nervoso centrale promuovendo il rilassamento e contribuendo alla riduzione dello stress, un fattore chiave nell’abbassamento della pressione arteriosa. Il cerotto si propone come un’alternativa pratica e conveniente ai trattamenti farmacologici tradizionali per l’ipertensione, con il vantaggio di non richiedere particolari spazi o tempi dedicati all’applicazione, come invece avviene con le forme classiche di aromaterapia.
Questo studio rappresenta un passo importante nella ricerca di terapie alternative non invasive per l’ipertensione, con il potenziale di migliorare il benessere generale dei pazienti senza gli effetti collaterali associati ai farmaci.
Fonte: Napavichayanun S, Sujarit AS, Pienpinijtham et al. Effect of Lavandula angustifolia and Cananga odorata on decrease of blood pressure in high blood pressure volunteers: A randomized controlled trial. Explore (NY). 2024 Jul-Aug;20(4):520-526. doi: 10.1016/j.explore.2023.11.013.