La steatosi epatica non alcolica, nota anche come fegato grasso (NAFLD), è una malattia cronica del fegato con un’alta prevalenza in tutto il mondo e rappresenta un grave danno per la salute umana.

Un numero crescente di evidenze scientifiche suggerisce che la somministrazione di specifici integratori e nutraceutici contribuisce a rallentare la progressione di questa condizione. Tra questi la silimarina, una miscela di silibina, silicristina e silidianina (nei rapporti rispettivamente 3:1:1), tre princìpi attivi presenti in diverse piante e in particolare nel cardo mariano (Silybum marianum).

Studi pregressi hanno indicato che la silimarina in particolare sarebbe in grado di proteggere le cellule epatiche dalle infiammazioni e dai danni procurati dallo stress ossidativo e, allo stesso tempo, di potenziare la sintesi delle proteine epatiche; sembrerebbe, dunque, utile nel supporto della salute e della funzionalità di questo organo, anche in caso di sofferenza importante dovuta a malattie come epatiti (anche acute, infettive e tossiche), intossicazioni epatiche, cirrosi e altre patologie a carico del fegato, anche croniche.

Lo studio di revisione sistematica

Ha fatto il punto sulle ricerche condotte sulla silimarina una revisione sistematica con metanalisi, pubblicata di recente sulla rivista Annals of Hepatology.

La ricerca delle fonti rilevanti è stata effettuata nelle principali banche dati medico scientifiche (PubMed, Embase, Cochrane Library, Web of Science, clinicaltrails.gov e China National Knowledge Infrastructure). Dal punto di vista metodologico sono state considerate la differenza media standard (SMD) e l’odds ratio (OR); l’eterogeneità è stata valutata con il test Q di Cochran e il valore di P<0,05 è stato considerato come statisticamente significativo.

Nello studio sono stati inclusi 26 studi controllati randomizzati che hanno riguardato complessivamente 2.375 individui.

Di seguito i risultati principali: la somministrazione di silimarina ha ridotto in modo statisticamente significativo i livelli di colesterolo totale e colesterolo LDL, trigliceridi, FI e l’HOMA-IR e ha aumentato il livello di colesterolo HDL.

Inoltre, la silimarina ha ridotto il danno epatico, come si evince dalla diminuzione dei livelli delle transaminasi ALT e AST. Anche i livelli dell’indice di fegato grasso e il punteggio di fegato grasso sono diminuiti.

La biopsia epatica dei partecipanti al gruppo di intervento ha mostrato un miglioramento significativo della steatosi epatica.

In base a questi dati i ricercatori concludono che la silimarina contribuisce a regolare il metabolismo energetico, riducendo il danno epatico e migliorando l’istologia epatica nei pazienti con steatosi epatica non alcolica, suggerendo che questi promettenti effetti della silimarina debbano essere confermati con ulteriori ricerche.

Fonte: Li S, Duan F, Li S, Lu B. Administration of silymarin in NAFLD/NASH: A systematic review and meta-analysis. Ann Hepatol. 2024 Mar-Apr;29(2):101174.