Si è concluso domenica 10 settembre il ciclo di conferenze realizzato da l’Erborista in collaborazione con Sana, per l’edizione 2023 de La Via delle Erbe. Proponiamo di seguito gli abstract delle singole relazioni. Seguiranno nei prossimi mesi approfondimenti sulla rivista.

Paola Paltrinieri
Attività di achillea, coriandolo e menta sull’asse gastroenterico
(Achillea millefolium L., Coriandrum sativum L., Mentha x piperita L.)

Paola Paltrinieri

L’incidenza dei disturbi gastrointestinali sulla popolazione mondiale si attesta intorno al 40%, per alcuni dei più comuni come bruciore di stomaco, dispepsia, nausea e vomito, costipazione e diarrea, l’EMA considera i trattamenti erboristici una valida alternativa terapeutica. A questo proposito prendiamo in considerazione Achillea millefolium, Mentha piperita e Coriandrum sativum che appartengono a differenti famiglie botaniche, ma condividono proprietà utili a riequilibrare disordini dell’apparato gastroenterico, oltre al colore bianco delle loro infiorescenze: sono infatti piante aromatiche sfruttate anche in campo alimentare e liquoristico. Le indicazioni di queste piante, già conosciute e utilizzate nei secoli passati, vengono confermate dalle recenti ricerche scientifiche che hanno indagato i loro fitocomplessi, ottenuti da diversi estratti, identificando le molecole responsabili delle attività terapeutiche e i loro specifici meccanismi d’azione. Le possibili formulazioni sinergiche, grazie alle condivise proprietà antiossidanti, trovano applicazione anche in trattamenti preventivi per la protezione delle mucose del tratto gastroenterico.

Marco Valussi
Azione degli oli essenziali di bergamotto e mirto sul sistema nervoso centrale
(Citrus x bergamia Risso et Poit., Myrtus communis L.)
In questa presentazione il relatore parlerà degli oli essenziali derivati dalla distillazione delle parti aeree del mirto (Myrtus communis) e dalla spremitura a freddo delle scorze di bergamotto (Citrus bergamia), e nello specifico saranno messi a confronto le loro differenti influenze sul sistema nervoso centrale e i diversi meccanismi d’azione. Questi, infatti, spiegano come l’olio di mirto, in quanto generalmente ricco in 1,8-cineolo, abbia effetti di stimolazione del sistema nervoso centrale derivati dalla stimolazione di recettori superficiali (attenzione, allerta) e cerebrali (memoria), mentre il bergamotto, in quanto ricco in linaiolo e acetato di linalile, abbia effetti di rilassamento mediati da recettori cerebrali e, forse, da effetti olfattivi.

Francesco Novetti
Disturbi gastrici di natura psicosomatica e utilità delle piante officinali: presentazione di una formulazione secondo l’erboristeria tradizionale

Francesco Novetti

Le tisane (infusi o decotti) sono la specialità e l’essenza dell’erboristeria. Hanno come fondamento l’utilizzo del “fitocomplesso” ovvero delle Piante Officinali in toto, la “sinergia” fra le varie componenti allo scopo di migliorarne l’efficacia o neutralizzarne eventuali effetti indesiderati, la visione olistica intesa come attenzione al quadro generale della persona a cui sono destinate. Pur non essendo considerate dei farmaci, secondo la definizione scientifica corrente, hanno lo scopo di migliorare il benessere e la salute di chi le assume.
La loro formulazione nasce dalla sintesi fra le conoscenze scientifiche validate dalla ricerca attuale e quelle acquisite dal loro utilizzo tradizionale e storico. Questo approccio ha dato origine alla definizione di “Empirismo scientifico” come codificato da diversi autori che ne hanno fatto un metodo di studio e di applicazione. Nel corso della presentazione, partendo dalle definizioni esposte, verranno illustrate alcune Piante Officinali utili al miglioramento della funzione gastrica, tenendo in considerazione non solo la sintomatologia, ma anche una delle possibili cause del mal funzionamento dell’apparato digerente particolarmente frequente nel nostro contesto sociale: quella di origine neurovegetativa. A conclusione del percorso verrà presentata una possibile tisana formulata con le piante precedentemente esposte.

Marco Biagi
Valeriana e olivo nella gestione dei sintomi dello stress
(Valeriana officinalis L., Olea europaea L.)

Marco Biagi
Marco Biagi

Tra le piante medicinali usate come sedative del sistema nervoso centrale, una delle più conosciute è indubbiamente la valeriana. In particolare, sulla specie Valeriana officinalis L., la cui droga è rappresentata dagli organi sotterranei, abbiamo una imponente tradizione di uso etnobotanico e moltissima letteratura recente, tanto che essa è presente con le sue preparazioni sul mercato farmaceutico e in quello dell’integrazione alimentare. Eppure… come succede per altre piante medicinali, l’etichetta di pianta medicinale conosciuta è diventata un peso per la valeriana, perché negli ultimi anni si sono spesso persi di vista molti elementi di attenzione che un fitoterapico impone sempre per il suo uso razionale: attenzione al suo fitocomplesso e alla stabilità delle preparazioni, dettagli sul meccanismo d’azione, associazioni con altri fitoterapici per incrementarne efficacia e sicurezza. Questa presentazione ha fatto ri-scoprire la valeriana in un’ottica di fitoterapia basata sulle evidenze scientifiche. Ma si è parlato anche di olivo, più propriamente delle foglie di olivo, materia prima vegetale che è quantomeno riduttivo considerare come un sottoprodotto. Amaro e antiossidante sono le due parole d’ordine che accompagnano le preparazioni di foglie di olivo; approfondiremo il loro ruolo nel contesto del benessere gastrointestinale e nel contrasto allo stress ossidativo e neuroinfiammatorio.

Enrica Campanini
Piante medicinali tra corpo e mente: melissa, angelica e mirtillo rosso
(Melissa officinalis L., Angelica archangelica L., Vaccinium vitis idaea L.)

Enrica Campanini

Stress, tensione emotiva, sedentarietà, disordini alimentari si associano spesso a problemi digestivi: il 40% della popolazione generale dei Paesi occidentali soffre dei cosiddetti disturbi funzionali come la dispepsia e la sindrome dell’intestino irritabile, caratterizzati da stipsi, gonfiore addominale, digestione difficoltosa, dolori aspecifici dell’apparato digerente, ecc. Questi disturbi funzionali inducono un’importante diminuzione della qualità della vita con ricorso sempre più frequente a visite mediche, assunzione di farmaci, assenze dal lavoro, ecc. Fitoterapia e Gemmoterapia, grazie all’impiego di piante medicinali ad azione sintomatica e di terreno (Melissa officinalis, Angelica archangelica, Vaccinium vitis idaea), contribuiscono a lenire la sintomatologia e possono apportare un’azione di riequilibrio a livello generale: il loro utilizzo contribuirà, in tal modo, a raggiungere e a mantenere uno stato di buona salute.

Stefania La Badessa
Non solo alimurgiche: rafano, ortica bianca e wasabi
(Armoracia rusticana L., Lamium album L., Eutrema japonicum (Miq.) Koidz.)

Stefania La Badessa

Il termine fitoalimurgia indica, nel suo intento iniziale, il ricorso alle piante spontanee quale nutrimento durante i periodi di carestia: al termine “alimurgia” viene associato il prefisso fito per indicare che si tratta di piante, per lo più da raccolta spontanea. La dimensione della fitoalimurgia, nella società moderna, ha perso la sua funzione esclusiva di risorsa alimentare, per acquisire i connotati di una scelta salutistica: oltre ad arricchire la propria alimentazione con elementi vegetali dal profumo e dal sapore originale, ricchi di elementi nutritivi e sostanze funzionali benefiche, grazie alle passeggiate all’aria aperta necessarie alla raccolta delle erbe spontanee edibili, è possibile ritrovare un contatto più intimo con la natura, riscoprendone le intrinseche proprietà benefiche.
Ma, come spesso accade davanti alle piante apparentemente più umili, è possibile scoprire come piante destinate a un uso esclusivamente alimentare, possano realmente diventare una risorsa per la salute quotidiana. Grazie alle nuove frontiere della ricerca – capaci di identificare con precisione non solo le sostanze attive ma anche le loro proprietà curative – è possibile pensare a un uso “terapeutico” specifico per queste piante “umili”, prevalentemente relegate a un uso culinario, rimanendo sorpresi dalle loro molteplici potenzialità benefiche. Rafano, Wasabi ed Ortica bianca, ci parleranno quindi sì di piatti gustosi, ma anche di quella sfera del benessere dell’apparato digerente che è correlata alla funzionalità delle vie biliari, essenziali per garantire soprattutto una corretta digestione dei grassi, aprendo però nuove prospettive d’impiego anche in ambiti terapeutici sorprendenti.

Fabio Firenzuoli
Arancio e withania: attività PNEI e sistema digerente
(Citrus aurantium Spp., Withania somnifera (L.) Dunal.)

Fabio Firenzuoli

Arancio e Ashwagandha (Withania) sono due piante officinali che ben si prestano per descrivere modalità diverse di utilizzare le piante, anche ai poli opposti, entrambe con caratteristiche biologiche anche intriganti, con zone comuni, anche se molto diverse tra loro. Le accomuna non solo il colore bianco dei fiori, ma anche la possibilità di utilizzarle in situazioni di stress, più o meno importante, e sue manifestazioni cliniche, così come l’uso tradizionale. Le differenzia in modo significativo la modalità d’uso, che in particolare è relativa:
a)    nel caso dell’Ashwagandha all’uso della medesima droga vegetale e del suo fitocomplesso, in molteplici e differenti situazioni cliniche;
b)    nel caso dell’Arancio, all’uso tipico di diverse droghe e preparati, con indicazioni, controindicazioni e interazioni specifiche. Per entrambe le piante è disponibile un’ampia letteratura scientifica.

Vi aspettiamo per l’edizione 2024!

 

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