Funghi e derivati sono noti alla comunità scientifica per le loro proprietà salutistiche e per le diverse attività farmacologiche ad essi attribuite (ipolipemizzanti, antiipertensive, antidiabetiche, antimicrobiche, antiallergiche, antinfiammatorie, immunomodulanti, neuroprotettive ecc.). Il crescente interesse per la micoterapia impegna la comunità scientifica a sviluppare la ricerca per proporre ai consumatori integratori sicuri e con un’efficacia documentata da adeguati e rigorosi studi clinici. In Europa i funghi medicinali vengono commercializzati principalmente sotto forma di integratori alimentari sia come componenti singoli sia in associazione con altri nutraceutici. In questo contesto la principale peculiarità che deve contraddistinguerli è la sicurezza, che viene stabilita attraverso la storia di consumo di ciascuna specie.  Anche in Italia numerosi preparati a base di funghi medicinali vengono commercializzati sotto varie forme come integratori (polveri, estratti ecc.).

Un’indagine – condotta nell’arco di due anni dai ricercatori delle Università di Pisa, Bari, Bologna, Palermo e Torino, insieme all’Azienda ospedaliera-universitaria pisana con le più aggiornate tecnologie analitiche – ha analizzato nello specifico la qualità dei funghi medicinali commercializzati in Italia e ha rilevato alcune “criticità sui micoterapici venduti sotto forma di integratori”. I ricercatori hanno osservato innanzitutto che la coltivazione dei funghi medicinali su base industriale viene effettuata principalmente in aree geografiche, come ad esempio la Cina, che presentano ancora un basso livello di qualità in questi processi e che il controllo esercitato dagli importatori europei non appare sempre pienamente efficace. La ricerca, pubblicata su Nutrients, ha dunque messo in luce “alcune non conformità nei 19 prodotti analizzati”. In particolare, scrivono gli autori, “alcuni preparati contenevano una specie fungina diversa da quella indicata in etichetta; altri erano contaminati da micotossine con livelli superiori a quelli di legge; in altri casi micoterapici della stessa tipologia presentavano una concentrazione di principi attivi molto diversa, che potrebbe compromettere anche l’efficacia dei prodotti”.

Sulla base di questi dati gli autori della ricerca sottolineano la necessità di predisporre una regolamentazione internazionale aggiornata e condivisa tra la comunità scientifica e gli enti di controllo, basata anche su specifici programmi di monitoraggio della qualità delle materie prime reperibili sul mercato. Ciò, si legge nelle conclusioni dello studio, “al fine di proteggere la salute del consumatore e sviluppare forme di commercio adeguatamente controllate in questo settore”.

Fonte: Risoli S, Nali C, Sarrocco S, Cicero AFG, Colletti A, Bosco F, Venturella G, Gadaleta A, Gargano ML, Marcotuli I. Mushroom-Based Supplements in Italy: Let’s Open Pandora’s Box. Nutrients. 2023; 15(3):776.