L’ansia e l’insonnia sono tra i disturbi della sfera mentale più comuni in tutto il mondo e in questo contesto, nei dibattiti circa la salute globale, si sta affermando un’attenzione sempre maggiore verso i preparati tradizionali a base di erbe. Diverse Regioni italiane hanno e conservano delle importanti tradizioni etnobotaniche e sono tra le aree europee maggiormente studiate per quanto riguarda l’uso delle piante medicinali. Si rivela dunque di particolare interesse una recente review curata da due ricercatori italiani (Università Federico II Napoli) che hanno analizzato le piante selvatiche e coltivate utilizzate per il trattamento dell’insonnia in Italia, analizzando e sintetizzando anche gli studi scientifici che ne hanno documentato l’attività farmacologica e gli studi clinici e preclinici pubblicati sulle piante maggiormente citate. L’articolo riporta complessivamente 106 taxa selvatici utilizzati in Italia come sedativi. Le specie botaniche appartengono a 76 generi e 32 famiglie, di cui le più rappresentate sono le Asteraceae (24,2%) e le Lamiaceae (21,1%). Le parti della pianta maggiormente utilizzate sotto forma di infuso (70%) e di decotto (25%) sono foglie (29%) e fiori (27%).
Dei 106 taxa documentati, l’articolo analizza in dettaglio, riportando la letteratura scientifica disponibile, soltanto quelli più citati: mentuccia comune (C. nepeta L.), biancospino (C. monogyna Jacq), luppolo (H. lupulus L.), alloro (L. nobilis L.), lavanda (L. angustifolia Mill.), malva (M. sylvestris L.), camomilla (M. chamomilla L.), melissa (M. officinalis L.), basilico (O. basilicum L.), papavero (P. somniferum L.), rosmarino (R. officinalis L.), tiglio (T. platyphyllus Scop.) e valeriana (V. officinalis L.). Sette di queste specie botaniche sono state studiate in modo specifico per la loro attività farmacologica come ipnotico-sedativi.
Gli studi inclusi in questa rassegna, che può essere consultata in open access, confermano dunque la consolidata tradizione italiana di impiego di erbe e piante medicinali nel trattamento di ansia e insonnia. D’altra parte la ricerca etnobotanica ha l’obiettivo di scongiurare la perdita delle conoscenze tradizionali relative alle piante medicinali e, allo stesso tempo, di fornire una base per lo sviluppo di nuovi preparati dalla ricerca fitochimica e biochimica. Gli studi preclinici e clinici – commentano gli autori – aiutano a chiarire il meccanismo d’azione dei composti bioattivi e confermare il potenziale dei preparati di origine vegetale.
Fonte: Motti R, and de Falco B. Traditional Herbal Remedies Used for Managing Anxiety and Insomnia in Italy: An Ethnopharmacological Overview. Horticulturae 2021, 7, 523. https://doi.org/10.3390/horticulturae7120523.