Nuovi orizzonti per piante antiche

All’incirca fino a metà del 20° secolo il patrimonio di salute dell’umanità era custodito nel mondo delle piante, al quale l’uomo si rivolgeva quando cercava un sollievo da malattia e sofferenza del corpo e non solo. La situazione mutò radicalmente con l’avvento della farmacologia moderna, che pose fine a secoli di ‘egemonia vegetale’. La tradizione popolare ha lasciato però testimonianze preziose su molti rimedi, che in epoca premoderna hanno rappresentato l’unica arma dell’uomo per contrastare la malattia e che oggi possono essere rivisitati alla luce delle nuove conoscenze scientifiche e tecnologiche.

La visione tecnicista che ha caratterizzato un certo approccio alla cura e gli effetti negativi di uno sviluppo economico incontrollato, causa di danni enormi al pianeta terra, pongono oggi nuove sfide per chi si occupa di salute e benessere, stimolando a ricercare altre e più naturali risorse per affrontare patologie sempre più diffuse, anche per effetto di un approccio squilibrato alla vita e all’ambiente.

L’Alzheimer, malattia neurodegenerativa del sistema nervoso centrale caratterizzata da un deterioramento cognitivo progressivo, è probabilmente tra le patologie delle quali sempre di più ci si dovrà occupare nel futuro.  In Italia – dicono i dati più recenti – le demenze colpiscono l’8% degli anziani ultrasessantacinquenni e fino al 20% degli ultra ottantenni, 600.000 persone soffrono di Alzheimer e purtroppo questa ‘emergenza’ sanitaria e sociale è destinata ad aggravarsi con l’invecchiamento della popolazione.

Le conseguenze psicologiche e i costi per familiari e amici delle persone malate sono enormi e non trovano una risposta soddisfacente nei programmi nazionali predisposti a tal fine.  Nonostante i progressi della ricerca, non esiste ancora una cura per l’Alzheimer e la sua progressione può essere solamente frenata. Per questo la strategia attuale passa innanzitutto per la diagnosi precoce, che può avvalersi di risorse sempre più avanzate, frutto di ricerche di altissimo livello.

La prima linea di difesa da questa malattia resta, quindi, la prevenzione che si attua, per questo come per altri problemi di salute, adottando abitudini che aiutino in qualche modo a proteggere il cervello. Gli esperti concordano sul fatto che uno stile di vita sano e attivo possa infatti rallentare la degenerazione in modo significativo. Un regolare esercizio cognitivo, associato a quello fisico, può quindi contribuire a contrastare la progressione ed è altrettanto importante una condotta salutare in termini di dieta, alcool e abitudine al fumo.

In un panorama in cui le notizie positive arrivano con il contagocce, una piccola buona notizia giunge dalla ricerca e riguarda una pianta della tradizione ayurvedica, Bacopa monnieri, utilizzata anche in medicina tradizionale cinese per migliorare le funzioni cognitive. Nel fitocomplesso di questa pianta sono presenti tra l’altro sostanze denominate bacosidi, che agiscono principalmente interferendo con la produzione di radicali liberi; studi condotti su linee cellulari hanno, inoltre, mostrato una riduzione nell’aggregazione della beta amiloide, la proteina il cui accumulo è associato allo sviluppo dell’Alzheimer, e nell’interazione con le membrane cellulari.

Questi dati sono sintetizzati in una revisione della letteratura, che include anche studi clinici, pubblicata in luglio su Drug Target Insights e  indicizzata in Pubmed, che ha esaminato il ruolo della bacopa su attenzione, memoria e capacità di apprendimento, mostrando come estratti di questa pianta possano migliorare le funzioni cognitive in soggetti sani in un ampio range di età e svolgere un ruolo neuroprotettivo. La revisione, che segnala anche la sinergia positiva della bacopa con altre piante come il ginkgo e lo zafferano, ipotizza che i componenti di Bacopa monnieri possano essere utilizzati per individuare nuovi preparati utili in questo campo. Si tratta, quindi, di sviluppare queste basi e verificare con studi ulteriori le potenzialità della pianta in un problema rilevante, per il quale la medicina più avanzata fornisce risposte limitate e non definitive.

Vi saluto ricordandovi che lo scorso 8 settembre si è svolta a Bologna, al Sana, la premiazione dell’Erboristeria dell’anno 2019 promossa dalla nostra rivista: tutti i dettagli nel report a pag.12 e seguenti. Buona lettura!