Multiformi proprietà di olio e semi di Chia

Salvia hispanica o Chia è una pianta di origine centroamericana del genere Salvia, nota già agli Aztechi in epoca precolombiana, oggi coltivata quasi esclusivamente per i suoi piccolissimi semi di colore scuro. Questi si possono consumare da soli, aggiunti a muesli, yogurt o insalate, amalgamati a farine per dolci o panificati, o sotto forma di olio. I semi di Chia sono ricchi di calcio (fino a 600 milligrammi ogni 100 grammi) e altri minerali come manganese, fosforo, fibre vegetali, antiossidanti e proteine; sono un vero e proprio concentrato di grassi ‘buoni’, tra cui l’Omega3, e altri acidi grassi benefici per la salute, ad esempio l’acido α-linolenico, precursore biologico dell’acido eicosapentaenoico, un acido grasso polinsaturo, e di acido docosaesaenoico.  Poiché il nostro organismo non è in grado di sintetizzare l’acido α-linolenico, Salvia hispanica riveste dunque un nuovo e importante ruolo all’interno di una dieta salutare. Gli effetti di queste sostanze concentrate sono numerosissimi per l’organismo, come si rileva da diversi studi, alcuni ancora in corso. Tra le azioni quella di controllo dei livelli di zuccheri nel sangue, della pressione sanguigna, del colesterolo ‘cattivo’. Sono altamente nutrienti e apportano ottime quantità di proteine, rivelandosi molto utili a chi pratica attività sportiva, anche grazie alla presenza di minerali in ampie quantità. Le fibre inoltre contribuiscono a regolamentare il transito intestinale. Un recente articolo pubblicato su Planta Medica ha tracciato lo stato dell’arte della ricerca su semi e olio di Chia. Attraverso un’ampia ricerca bibliografica sui due database PubMed e SciFinder, sono stati individuati centinaia di articoli che approfondiscono tali benefici. Sono stati registrati in particolare la diminuzione della glicemia, la riduzione della circonferenza vita e del peso negli adulti sovrappeso, benefici sui pruriti cutanei e sulla capacità di resistenza dei runner a distanza.

Fonte: John Parker, Amanda N. Schellenberger, Amy L. Roe, Hellen Oketch-Rabah, Angela I. Calderón The attraction of novel foods proceeds alongside epidemic cardiovascular disease, diabetes, obesity, and related risk factors. Planta Med DOI: 10.1055/a-0586-4711.