Zafferano, studio italiano suggerisce azione protettiva nell’Alzheimer

Lo zafferano (Crocus sativus) è da qualche anno al centro di numerose ricerche che ne stanno testando le proprietà in diversi ambiti della salute e del benessere. La pianta contiene principi attivi ad ampia valenza antiossidante e in particolare alcuni suoi componenti attivi come le crocine e le crocetine hanno mostrato a livello sperimentale proprietà interessanti in materia di neuroprotezione. Lo zafferano in altri studi si è dimostrato efficace nel trattamento di tessuti neuronali degenerati come la retina, mentre crocine e crocetine hanno mostrato effetti antinfiammatori in cellule cerebrali in vitro. Una recente ricerca pubblicata sul Journal of the Neurological Science da un gruppo italiano ipotizza – con prove ancora del tutto preliminari – una sua azione protettiva in una malattia degenerativa importante come il morbo di Alzheimer. Secondo questo studio l’estratto sembra favorire la degradazione della proteina tossica beta-amiloide (ritenuta oggi fra le principali cause della malattia) in cellule di pazienti studiate in laboratorio. Inoltre, l’estratto di zafferano è risultato in grado di attivare l’enzima degradativo catepsina B rendendolo più efficiente. Questi i dettagli della ricerca: le cellule immunitarie di 22 pazienti con la forma più diffusa di Alzheimer e con un quadro di declino cognitivo ancora lieve sono state trattate in provetta con un componente attivo dello zafferano, una trans-crocetina. Si è visto che questa potenzia la degradazione della proteina tossica beta-amiloide, potenziando l’attività dell’enzima di degradazione cellulare catepsina B. Il prossimo step sarà allargare lo studio a livello cellulare per poi testare l’azione dello zafferano su persone che presentano la forma non ereditaria di Alzheimer (ossia più diffusa). Obiettivo verificare in vivo il potenziale di questa droga nel contrastare l’accumulo di beta-amiloide, che probabilmente è il risultato di uno squilibrio tra i processi di produzione e degradazione di questo peptide.

 

Fonte: Tiribuzi R, Crispoltoni L, Chiurchiù V et al. Trans-crocetin improves amyloid-β degradation in monocytes from Alzheimer’s Disease patients. J Neurol Sci. 2017 Jan 15;372:408-412. doi: 10.1016/j.jns.2016.11.004. Epub 2016 Nov 6.