Curcumina, la ricerca continua

Le proprietà medicinali della radice della curcuma (Curcuma longa) sono note in Oriente da secoli. Contenuta in numerose preparazioni fitoterapiche sia cinesi sia ayurvediche, oltre a essere la spezia base per la composizione del curry, le virtù della Curcuma e il suo color giallo oro sono dovuti ai curcuminoidi e in particolare alla curcumina, una molecola altamente poliedrica. La curcumina è da anni oggetto di molte ricerche; un recente articolo della rivista Foods ha così sintetizzato i numerosi benefici per la salute della curcumina: “La maggior parte dei benefici terapeutici della curcumina è dovuta ai suoi effetti antiossidanti e antinfiammatori; per questo aiuta nella gestione degli stati ossidativi e infiammatori, nella sindrome metabolica, negli stati ansiosi e nell’iperlipidemia. È utile inoltre per gestire l’infiammazione indotta dall’esercizio fisico e i dolori muscolari, migliorando il recupero e le prestazioni dei soggetti che praticano esercizio fisico”. La pubblicazione ricorda che alcuni studi hanno anche evidenziato l’attività della curcumina negli stati infiammatori e degenerativi oculari. La ricerca ha dunque riscontrato effetti ad ampio raggio della curcumina, sia a livello cellulare sia generale, dove la curcumina influisce sui processi metabolici. Tra le ricerche più interessanti, gli autori segnalano quelle relative all’attività sul dolore muscolare post-esercizio che lascia ipotizzare un futuro posizionamento di questa sostanza nell’integrazione degli sportivi e nei preparati mirati per la salute articolare. L’articolo affronta anche la questione della biodisponibilità. Nonostante sia riconosciuta la sua sicurezza, l’utilizzo clinico della curcumina è stato limitato dalla sua bassa biodisponibilità. Le ragioni sono diverse e consistono principalmente nella sua esigua solubilità in acqua, bassa permeabilità intestinale e intenso metabolismo epatico. Per superare queste limitazioni sono state progettate diverse strategie farmacocinetiche e alcune di queste si sono rivelate promettenti. Sono state utilizzate anche le nanotecnologie al fine di aumentare la superficie e l’incapsulamento dei curcuminoidi con carrier lipidici che proteggono sia i polifenoli sia la velocità di assorbimento ed è stata prestata particolare attenzione anche ai sistemi che bloccano il metabolismo della curcumina. Uno dei bioenhancer (ossia le molecole di origine naturale che agiscono da promotori per l’assorbimento) più funzionali è la piperina, l’alcaloide estratto dal pepe nero, che aumenta la biodisponibilità e l’attività di diversi farmaci e composti nutraceutici, compresi i curcuminoidi, influenzando il metabolismo epatico.

 

Fonte: Hewlings SJ, Kalman D. Curcumin: A Review of Its Effects on Human Health. Foods 2017 Oct 22;6(10).