Benefici e vantaggi degli integratori alimentari

Fish oil capsules and container Presentato a Milano a cura di Aiipa un aggiornamento delle ricerche più rilevanti

Da anni la ricerca scientifica si è posta l’obiettivo di convalidare il ruolo delle sostanze presenti negli integratori alimentari nel coadiuvare le funzioni fisiologiche e oggi diverse pubblicazioni della letteratura internazionale rispondono a tale esigenza. Una “summa” delle evidenze scientifiche in questo campo è stata presentata a Milano, il 23 giugno scorso, dall’Associazione Italiana Industrie Prodotti Alimentari (Aiipa). La pubblicazione, a cura di un pool di 8 esperti, risponde dunque alle principali questioni riguardanti l’uso di questi prodotti a sostegno di salute e benessere. “Questo lavoro – ha precisato il presidente del gruppo Integratori Italia di Aiipa Alessandro Colombo – è un contributo alla crescita della conoscenza, del corretto utilizzo e della qualità dell’integratore alimentare, per favorire scelte sempre più consapevoli del consumatore e lo sviluppo di questo settore in Italia”. Gli integratori possono contribuire alla prevenzione di alcuni fattori di rischio di malattia, come ha evidenziato il Physicians’ Health Study. In questo studio d’intervento, condotto su oltre 14.000 medici americani con più di 50 anni monitorati per 11 anni, l’assunzione di un multivitaminico, infatti, è risultata associata a una modesta ma significativa riduzione del rischio di tumori, soprattutto tra i più anziani. Uno stile di vita corretto e un’alimentazione equilibrata, supportati da un’adeguata integrazione, sono efficaci anche nella prevenzione cardiovascolare, consentendo un’oculata gestione del profilo lipidico, fattore di rischio importante per le malattie coronariche. Numerosi integratori si sono rivelati efficaci in questo contesto e particolarmente promettenti sono i fitosteroli, i prodotti a base di riso rosso fermentato, il beta-glucano, la berberina e i grassi polinsaturi della famiglia degli omega-3, illustrati da Andrea Poli, presidente di Nutrition Foundation of Italy. Nei processi di invecchiamento, oltre a una dieta antinfiammatoria povera in acidi grassi idrogenati, acidi grassi saturi e acidi grassi omega-6 nonché in zuccheri semplici, si può ricorrere a integratori a base di acido linolenico, cardiolipine e/o specifici fosfolipidi precursori delle cardiolipine”, ha precisato Benvenuto Cestaro, direttore della Scuola di Specialità in Scienza dell’Alimentazione dell’Università di Milano. E a proposito di declino cognitivo correlato allo stress ossidativo, Giovanni Scapagnini, ha ricordato che la dieta è uno dei principali fattori in grado di influenzare lo stato di salute e la qualità dell’invecchiamento. Per una corretta fisiologia neuronale, ha aggiunto, sono importanti le vitamine, specie del gruppo B; gli omega 3 per la trasmissione dell’impulso nervoso, la memoria e l’apprendimento; i fosfolipidi, alla base della struttura delle membrane cellulari; L-acetil carnitina (LAC), per la sua azione neuroprotettiva. Fra le altre sostanze in grado di ridurre il danno ossidativo, sostenere il tono dell’umore e migliorare le capacità mnemoniche, si segnalano invece le antocianine e le procianidine del mirtillo, le catechine del tè, i flavanoli del cacao, il resveratrolo e la curcumina, le epicatechine del cacao e l’omotaurina, presente in alcune alghe marine. Infine, diversi studi evidenziano nella donna stati carenziali di elementi come ferro, acido folico, calcio, magnesio e vitamine, sia nell’adolescenza sia in età adulta. “La ricerca sta dando interessanti riscontri per alcune sostanze naturali – ha detto Vincenzo de Leo, dell’Università degli Studi di Siena.- Fra queste, la cannella per la dismenorrea, trattamenti a base di vitamina B1 per alleviare la sindrome premestruale, fitoestrogeni di origine vegetale in associazione a calcio, vitamina D, iperico per i sintomi neurovegetativi della menopausa”.