La nutraceutica si confronta con la scienza

reflection in the mirror girl with pills

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Il mercato europeo degli integratori vale circa 13 miliardi di euro ed è formato per il 51% da vitamine e minerali e per il 49% da altre sostanze. Le categorie di prodotto si differenziano in modo significativo da un Paese all’altro: l’Italia, ad esempio, è leader nella vendita dei fermenti lattici, la Germania nei botanicals (gli integratori realizzati con ingredienti vegetali), seguita da Italia e Francia. Il nostro Paese ha costruito negli anni un proprio modello in questo settore e detiene oggi una posizione di leadership, con un valore di 2,6 miliardi di euro e un totale di 186 milioni di confezioni vendute, concentrate soprattutto in farmacia. I risultati sono dunque positivi, con una crescita del fatturato del 7,4%. Otto italiani su 10 utilizzano questi prodotti, secondo i dati di GfK, e lo fanno all’interno di una logica salutistica e preventiva, che ha sostenuto anche lo sviluppo di nuove categorie di prodotti, rivolti anche a specifici aspetti funzionali come la digestione, il sistema immunitario, la salute cardiovascolare. Marco Fiorani, presidente di FederSalus, ha aperto con questi dati incoraggianti la XVII Convention associativa che ha messo a confronto scienza, istituzioni e industria il 23 giugno scorso a Milano. La crescita della domanda di nutraceutici legata alle esigenze di salute dei cittadini rappresenta una risorsa non solo per la salute della popolazione, ma anche per la sostenibilità economica del Servizio sanitario. Promuovere la prevenzione, anche attraverso l’utilizzo degli integratori alimentari, vuol dire dunque diminuire i costi per le cure e i ricoveri. Lo testimoniano diversi studi; fra questi un recente lavoro sui probiotici, pubblicato sulla rivista PloSOne, ha evidenziato che l’utilizzo di questi prodotti potrebbe consentire un risparmio totale di 37,7 milioni di euro per il Sistema Sanitario Nazionale, grazie alla riduzione dei giorni di malattia per infezioni respiratorie e a un minor ricorso alle terapie antibiotiche. “La ricerca scientifica ha confermato il valore preventivo e terapeutico dei probiotici – ha detto Piergiorgio L. Colombo, docente dell’Università degli Studi di Pavia – gli effetti positivi generati dai carotenoidi, dall’acido folico, dai flavonoidi; le proprietà nutrizionali delle alghe. I nutraceutici però non contribuiscono soltanto al mantenimento della salute e del benessere della popolazione, ma anche alla sostenibilità economica del servizio sanitario; si può quindi affermare che promuovere la prevenzione implica di conseguenza diminuire i costi socio-sanitari per cure e ricoveri”. Anche la politica europea pone attenzione al settore e avvierà presto una consultazione pubblica sugli integratori e sul loro ruolo, che può preludere a nuove iniziative regolatorie, ha detto in videoconferenza l’europarlamentare Giovanni La Via, presidente della Commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare (ENVI).

Mariella Di Stefano