Azione protettiva dell’olio di oliva

IS820-021Alla base di diverse condizioni cliniche, e fra queste ad esempio le malattie cardiovascolari, c’è spesso uno stato di infiammazione cronica che tende a peggiorare con l’invecchiamento. L’olio di oliva (Olea europaea, Oleaceae) ha già dimostrato in diversi studi di possedere un’attività di contrasto delle malattie cardiovascolari, che si pensa sia correlata ai composti fenolici e all’acido oleico presenti al suo interno. Finora però erano ancora relativamente pochi gli studi riguardanti queste proprietà dell’olio di oliva condotti sulla popolazione, e in particolare su individui nella fase di invecchiamento. Uno studio randomizzato controllato con placebo in singolo cieco, condotto a Boston e nell’area circostante, ha esaminato l’azione del consumo di olio di oliva sull’infiammazione e su aspetti delle malattie cardiovascolari in individui sovrappeso od obesi nella fase di invecchiamento. Sono state escluse da questo studio le persone che non parlavano inglese, i vegetariani, quelle che presentavano disturbi della condotta alimentare o malattie del sistema immunitario o altre patologie sistemiche, incluse quelle gastrointestinali, e i soggetti con disturbi della sfera mentale, nonché chi consumava più di due drink alcolici al giorno o aveva assunto antibiotici nelle due settimane prima dello studio ecc. Sono stati arruolati in questo modo individui di età pari o superiore a 65 anni con un indice di massa corporeo (IMC) di 25-35 kg/m2, ai quali è stata data l’indicazione di non assumere integratori, ad eccezione di vitamina D e calcio, per tutta la durata dello studio. Sono stati formati due gruppi (composti da 20 e 21 persone): il primo ha consumato un olio di mais, di soia o altri grassi come il burro, mentre il secondo ha consumato olio extravergine d’oliva (EVO). Tutti assumevano una dieta con un introito calorico giornaliero di 2.200 calorie composta al 50% da carboidrati, al 15% da proteine e al 35% da grassi, con contenuto di fibre di 12-14 g al giorno e colesterolo ≥ 400 mg/die. All’inizio e alla fine della ricerca sono stati misurati i segni vitali, il profilo lipidico e marker quali proliferazione e fenotipo linfocitari, citochine e prostaglandine [PGE2]. Alla fine dello studio (3 mesi) la riduzione della pressione sistolica dei soggetti del gruppo che aveva assunto olio di oliva era superiore in modo significativo rispetto al gruppo di controllo (P<0.05) e l’aumento del colesterolo HDL (quello “buono”) nel gruppo EVO era vicino alla significatività statistica (p<0.06) rispetto al gruppo di controllo. Nel gruppo che aveva assunto l’olio di oliva sono aumentati in modo statisticamente significativo anche i linfociti T (CD3 e CD28) rispetto a quello di controllo (P<0.05). In conclusione in soggetti adulti sovrappeso o obesi si sono registrati cambiamenti positivi nella pressione sistolica, nella proliferazione delle cellule immunitarie e un aumento non significativo del colesterolo HDL. Benché siano necessarie altre ricerche in quest’ambito, si può quindi dire che il consumo a lungo termine dell’olio di extravergine d’oliva riduce diversi fattori di rischio in individui adulti o sovrappeso nella fase della terza età, apportando benefici a livello cardiaco, metabolico e immunologico.

Fonte: Rozati M, Barnett J, Wu D, et al. Cardio-metabolic and immunological impacts of extra virgin olive oil consumption in overweight and obese older adults: a randomized controlled trial. Nutr Metab (Lond). August 7, 2015;12:28.