Impiego di fitoestrogeni in prodotti cosmetici

Gli isoflavoni da soia nella cosmesi

Occupano un posto di rilevanza fra i nutraceutici, infatti, una volta assorbiti sono trasferiti dal plasma verso la pelle, dove giocano un ruolo fondamentale nella costituzione dei lipidi di superficie. I fitoestrogeni possono trovarsi in natura allo stato libero o sotto forma di glicosidi; in tal caso, per poter essere assorbiti, necessitano di essere idrolizzati dalla flora batterica intestinale. L’effetto ormonale in vivo è infatti subordinato alla loro bioattivazione, cioè sono pro-drugs che devono essere trasformati in metaboliti attivi nell’intestino ad opera della microflora intestinale. È ormai noto che le β-glicosidasi necessarie a liberare gli agliconi sono prodotte dai microrganismi della flora batterica intestinale e differenze interindividuali nella sua composizione possono determinare variazioni nella biodisponibilità e nell’intensità degli effetti terapeutici. L’assorbimento dei fitoestrogeni varia, quindi, in base all’alimentazione e all’uso di antibiotici, che possono alterare la flora batterica intestinale, o in pre­senza di patologie intestinali quali colite o stipsi. Per tale motivo una valutazione dell’azione biologica dei fitoestrogeni non andrebbe fatta in base all’apporto, ma sulla scorta della concentrazione urinaria dei loro metaboliti. Tali sostanze rappresentano un gruppo di principi attivi di estremo interesse anche nell’ambito del loro impiego in applicazioni topi­che cosmetiche, in relazione alla loro capacità di agire con i recettori estrogenici. In considerazione della minima attività ormonale possono essere inquadrati come ingredienti cosmetici per le esclusive proprietà elencate qui di seguito.I meccanismi d’azione degli isoflavoni possono essere schematizzati come segue: azione ormono-simile (interazione con i recettori α e β, agonista debole, antagonista), stimolo della produzione di collagene (la più importante delle proteine strutturali), di acido ialuronico (un eccezio­nale ritentivo di acqua a livello epi­dermico) e di GAG, pertanto si ritengono in grado di ritardare l’invecchiamento cutaneo. Come ben sappiamo, infatti, la riduzione del tasso di estrogeni accelera il photoa­geing ed è associata alla formazione di rughe, di pelle secca e sottile, come alla perdita di elasticità dei tessuti. Nello specifico si è visto che la genisteina, all’interno delle cellule, determina l’inibizione della proteina tirosina-chinasi. Le chinasi sono coinvolte nel processo di trasduzione del segnale, attivato da radicali e citochine infiammatorie, che conduce alla espressione degli enzimi degradanti collagene ed elastina. Questi enzimi, chiamati metallo-proteasi di matrice (MMP), sono i principali responsabili dell’invecchiamento cutaneo. La genisteina, bloccando la trasduzione del segnale, arresta l’intero processo che conduce alla scissione del collagene e dell’elastina, quindi facilita la ricostituzione del collagene e rinforza la struttu­ra del derma. Gli isoflavoni presentano, inoltre, attività antiossidante riconducibile alla loro capacità scavenger dei radicali liberi e protettiva dai danni indotti da radiazioni UV. A differenza dei filtri solari classici, gli isoflavoni proteggono più prontamente il sistema immunitario dalla foto-soppressione e dall’infiammazione indotta dalle scottature solari, persino se applicati dopo l’esposizione solare. I risultati migliori si ottengono applicando il prodotto prima, poiché si previene la formazione di eritema, ma anche dopo l’esposizione in quanto gli isoflavoni da soia inibiscono la necrosi dei cheratinociti, il rilascio di acqua ossigenata intercellulare e la fosforilazione di proteine. Basse concentrazioni di genisteina e daidzeina risultano avere un effetto sinergico fotoprotettivo. In particolare, la genisteina, oltre che inibire la formazione di perossidi, incrementa l’attività di certi enzimi a funzione antiossidante quali superossido dismutasi (SOD) e glutatione perossidasi. In uno studio australiano si è visto che la genisteina e i suoi metaboliti equolo, isoequolo e deidroequolo riducono la reazione infiammatoria e l’edema in maniera dipendente dalla dose. Applicazioni topiche di lozioni di equolo proteggono contro l’infiammazione indotta dalle radiazioni ultraviolette e l’azione dipende sia dall’attivazione del segnale estrogenico come dall’azione antiossidante dell’equolo. Altri lavori hanno dimostrato un’ulterio­re attività fisiologica della genisteina, cioè un effetto diretto specificatamente sugli adipociti. La genisteina è in grado di modulare la crescita e la differenziazione del tessuto adiposo e di interferire col metabolismo lipidico. Inibendo la fosfodiesterasi e la proliferazione di adipo­citi, incrementa la lipolisi, attività che condu­ce alla riduzione del tessuto adiposo. Uno studio in vitro su un modello 3D di pelle integra ha dimostrato che la geni­steina inibisce la differenziazione dei pre-adipociti in adipociti e stimola la sintesi del collagene IV, pertanto contrasta la cellulite con due meccanismi: riduce la quantità di lipidi e rinforza l’epitelio cutaneo. Per concludere, ricordiamo altre due interessanti e promettenti attività: estratti con fitoestrogeni da soia, da test condotti in vitro su cute rasata di topini, riduce la crescita dei peli, infine, il trattamento topico con fitoestrogeni riduce l’area delle ghiandole sebacee, regolando l’emissione di sebo (azione sebo-regolatrice).

1 commento

Comments are closed.