La salvia (Salvia officinalis L.; famiglia Lamiaceae) è un suffrutice dal fusto eretto ramificato, quadrangolare, con portamento cespuglioso alto fino a 60 cm. Originaria dell’area mediterranea, la pianta è coltivata in tutta Europa, lungo le coste mediterranee e negli Stati Uniti.

È nota fin dai tempi più antichi agli Egizi e agli antichi Romani, che la chiamavano Herba sacra e le attribuivano poteri divini. Dioscoride nel De Materia Medica riporta l’utilizzo del decotto di salvia per fermare il sanguinamento delle ferite e per disinfettare le piaghe e dell’infuso per alleviare raucedine e tosse. Plinio il Vecchio, in Naturalis Historia, cita la salvia per migliorare la memoria e sotto forma di gargarismi per alleviare afte e mal di gola.

La pianta viene utilizzata tradizionalmente per le sue proprietà aromatiche e in fitoterapia per alleviare i problemi digestivi e le infiammazioni delle mucose oro-faringee. Le sono state attribuite attività digestive, colagoghe, bechiche, espettoranti, tonico-stimolanti e antisettiche.

Un’interessante applicazione della salvia riguarda, inoltre, il suo possibile utilizzo in alcuni sintomi della menopausa, in particolare per ridurre la sudorazione eccessiva e le vampate di calore oltre che per migliorare il tono dell’umore.

Una recente ricerca italiana (The Different Phytochemical Profiles of Salvia officinalis Dietary Supplements Labelled for Menopause Symptoms), pubblicata su Molecules, ha effettuato uno screening fitochimico di quattro prodotti commerciali contenenti salvia. Il contenuto fenolico totale è stato stimato mediante spettrofotometria con il reattivo di Folin-Ciocalteau, il contenuto di flavonoidi è stato misurato con il test della 2,4-dinitrofenilidrazina; gli isoflavoni e gli α/β-tujoni sono stati analizzati attraverso cromatografia liquida ad alta prestazione (HPLC) e gascromatografia.

Le analisi hanno rivelato l’assenza di tujoni e di isoflavoni (genistina, genisteina e daidzeina) in tutti e quattro gli estratti. Il contenuto in composti polifenolici è risultato variabile nei diversi campioni: uno dei 4 estratti di salvia (T) si è mostrato più ricco di polifenoli e flavonoidi rispetto agli altri prodotti, rispettivamente di 1,8-3,2 e 1,4-4,0 volte (valore p < 0,05).

L’analisi fitochimica ha mostrato, dunque, come la composizione degli estratti in commercio sia diversa e quindi potenzialmente correlata anche a diversi effetti terapeutici. Ad esempio, in relazione ai prodotti analizzati in questo lavoro, l’estratto T privo di tujoni, ricco in polifenoli e flavonoidi, potrebbe essere un efficace approccio fitoterapico, adatto anche al trattamento a lungo termine dei sintomi della menopausa.

Il prossimo e fondamentale passo – commentano i ricercatori – sarà quello di effettuare studi preclinici e clinici volti a determinare l’efficacia e la sicurezza del fitocomplesso della salvia. Si auspica, inoltre, un’ulteriore caratterizzazione dei polifenoli, per definire meglio quali siano i costituenti attivi responsabili delle attività fitoestrogeniche e cardioprotettive.

Questi risultati, oltre a evidenziare l’importanza del controllo di qualità dei prodotti a base di salvia, apre la strada alla definizione di un approccio fitoterapico efficace per la terapia a lungo termine dei sintomi della menopausa.

Fonte: Maggini, V.; Bertazza, G.; Gallo, E.; Mascherini, V.; Calvi, L.; Marra, C.; Michelucci, F.; Liberati, C.; Trassi, A.; Baraldi, R.; et al. The Different Phytochemical Profiles of Salvia officinalis Dietary Supplements Labelled for Menopause Symptoms. Molecules 202429, 94.