L’olio essenziale di lavanda (Lavandula angustifolia – famiglia delle Lamiaceae) si ottiene dalla distillazione in corrente di vapore delle sommità fiorite di lavanda, un piccolo arbusto originario dell’area mediterranea.

L’olio essenziale (OE) ha diversi impieghi e viene ampiamente utilizzato anche per calmare l’ansia e favorire il sonno. Inoltre, è un ingrediente di oli da massaggio, prodotti per l’igiene personale e per la casa oltre che di numerosi prodotti cosmetici.

A causa del suo prezzo relativamente elevato, si rileva la sua sostituzione non dichiarata con oli essenziali di altre specie di Lavanda a più basso costo. Tra gli adulteranti è stato segnalato anche l’olio essenziale di Lavandula × intermedia che, tuttavia, alcuni enti considerano una sostituzione “accettabile”.

Altre forme di adulterazione dell’olio essenziale di lavanda consistono nell’aggiunta non dichiarata di altri oli essenziali, o frazioni oleose, ricchi di linalolo. Sono state segnalate anche miscele di sostanze chimiche purificate o sintetiche, come linalolo e linalile acetato, o l’aggiunta di oli non volatili come quello di girasole.

Sono alcune delle considerazioni esposte nell’ultimo documento di aggiornamento sull’adulterazione dell’olio essenziale di lavanda rilasciato dall’American Botanical Council nell’ambito del Programma di Prevenzione degli Adulteranti Botanici (Botanical Adulterants Prevention Program, BAPP).

Gli esperti che hanno redatto il documento – ricordando che per gli OE di lavanda e di lavandino sono stati formulati standard da parte dell’ISO (l’Organizzazione internazionale per la standardizzazione) e che la Farmacopea Europea contiene monografie sugli OE di lavanda e lavandino – sottolineano che questi standard possono contribuire ad autenticare gli OE.

Stefan Gafner, direttore scientifico dell’American Botanical Council (ABC) e direttore del citato programma BAPP, ha aggiunto: «alcuni metodi di adulterazione dell’olio essenziale di lavanda sono facili da rilevare: gli oli vegetali e i composti noti come glicoli lasciano ad esempio un residuo liquido quando una goccia viene posta sulla carta da filtro, al contrario degli gli OE che evaporano. Ci sono tuttavia anche modalità di adulterazione più difficili da individuare poiché è stato escogitato il sistema di produrre materiali che assomigliano molto all’OE di lavanda. Questa nuova linea guida presenta una sintesi generale dei metodi analitici di laboratorio oggi disponibili e dei loro punti di forza e limiti, in cui le risorse impiegate nel controllo qualità in vari settori possano trovare l’approccio più adeguato alle loro esigenze».

La nuova linea guida – sottoposta alla peer-review di 16 esperti di controllo di qualità delle piante medicinali statunitensi e internazionali – presenta una valutazione delle caratteristiche macroscopiche e microscopiche dei fiori di lavanda e di 48 metodi analitici (incluse 17 gascromatografie e 7 metodi di spettroscopia a infrarossi) rispetto alla loro idoneità nel determinare correttamente l’identità dell’OE di lavanda.

Fonte: Shulha O. English lavender oil laboratory guidance document. Austin, TX: ABC-AHP-NCNPR Botanical Adulterants Prevention Program. 2023. American Botanical Council