Secondo la nuova ricerca “Gut bacterial metabolism contributes to host global purine homeostasis” alcuni microbi presenti nel microbioma intestinale potrebbero contribuire al controllo dell’accumulo di placche nelle arterie attraverso il consumo di un gruppo di sostanze pro-infiammatorie prima che possano entrare in circolo nell’organismo.
Condotta dall’Università del Wisconsin-Madison e pubblicata di recente sulla rivista Cell Host & Microbe, la ricerca ha identificato i batteri in grado di scomporre l’acido urico nell’intestino e i geni specifici che consentono questo processo. Questo studio rafforza il concetto di correlazione tra microbi intestinali e processo di aterosclerosi e fornisce indicazioni su come il metabolismo dei batteri possa influire sulla biologia dell’ospite.
L’acido urico è il prodotto finale del metabolismo delle proteine, è prodotto dalla scissione delle purine (molecole costituenti DNA e RNA) e viene scartato per via renale. Un aumento di acido urico nel sangue deriva da uno squilibrio tra produzione e scarto.
La maggior parte dell’acido urico viene eliminata dai reni sani, ma circa il 30% si riversa nell’intestino. «Quando il sangue è saturo di acido urico, inizia a formare cristalli che si accumulano nelle articolazioni causando la gotta», ha spiegato Federico Rey, docente dell’UW-Madison e primo autore dello studio, «ma prima che si formino questi cristalli promuove l’infiammazione nell’organismo che è correlata all’aterosclerosi, ovvero alla formazione di placche ateromatose».
I ricercatori statunitensi, in collaborazione con quelli svedesi, hanno analizzato in un gruppo di quasi 1.000 persone fattori quali: la placca delle arterie, i livelli di acido urico e le comunità di microbi del tratto digestivo. La quantità di acido urico presente nei loro corpi era allineata con la quantità di grassi, colesterolo e altri elementi che contribuivano alla calcificazione delle arterie. I livelli di acido urico sono dunque risultati correlati anche ai modelli di diversi batteri presenti nell’intestino, hanno spiegato i ricercatori, che si sono posti l’obiettivo di identificare i tipi di batteri associati a una riduzione dell’acido urico e di verificare se questi fossero associati a una riduzione dell’aterosclerosi.
I microbi intestinali sono stati trasferiti da topi maturi a topi nati con un tratto digestivo privo di microbi. I topi che hanno ricevuto i microbi da donatori con livelli ematici più elevati di acido urico hanno sviluppato le stesse condizioni, mentre quelli che hanno ricevuto microbi da donatori con meno acido urico e con vasi sanguigni più “puliti” hanno registrato una riduzione analoga di entrambe le misure.
I ricercatori hanno quindi iniziato a identificare i microbi associati a risultati positivi, monitorando quali geni fossero particolarmente attivi quando i batteri venivano coltivati con acido urico: ciò ha portato a identificare un gruppo di geni, presenti in tipi diversi di batteri, necessari per degradare purine e acido urico nell’intestino.
Questi risultati forniscono quindi un marcatore genetico del processo di degradazione dell’acido urico nell’intestino e una nuova spiegazione su come il microbioma intestinale moduli la presenza di questo composto, aprendo la strada a nuovi potenziali trattamenti nell’ambito della salute cardiovascolare.
Fonte: Kasahara K, Kerby RL, Zhang Q, Pradhan M, Mehrabian M, Lusis AJ, Bergström G, Bäckhed F, Rey FE. Gut bacterial metabolism contributes to host global purine homeostasis. Cell Host Microbe.