Piccolo arbusto molto aromatico, il timo (Thymus vulgaris L., famiglia delle Lamiaceae) è comune nelle aree costiere e collinari del Mediterraneo. È il nome stesso di questa pianta a informarci del suo più antico impiego, che aveva luogo in Grecia: “thymos” deriva infatti da “thyos”, legno che diffonde un odore piacevole quando viene bruciato, e dal verbo “thuo”, ossia offrire un sacrificio agli dei. I Greci dunque si servivano del timo come incenso, non solo perché aveva un odore gradevole ma anche perché disponeva di proprietà antisettiche. Quest’ultima qualità gli viene riconosciuta da sempre nell’area da cui la pianta proviene: gli Egizi e gli Etruschi lo utilizzavano infatti nei preparati per imbalsamare i defunti. In Marocco e in Tunisia, si impiega tuttora un decotto di timo nell’olio di oliva per detergere le ferite, mentre secondo il medico francese Armand Trousseau, vissuto nel XIX secolo, questa pianta aromatica “era il nemico delle tossine”.

Sono numerose le virtù attribuite tradizionalmente al timo: è antispastico e carminativo, utile nella digestione e contro l’atonia intestinale, l’inappetenza e le gastriti. Stimola inoltre il sistema nervoso e favorisce l’eliminazione delle tossine tramite sudore e urine. Le sue proprietà antisettiche lo rendono utile anche nei raffreddori, nelle bronchiti e in alcune forme reumatiche. Le analisi chimiche e la scienza recente stanno via via confermando queste sue attività, in particolare per il timolo e il carvacrolo, due importanti componenti bioattivi dell’OE di timo. A tale proposito un recente studio iraniano di revisione narrativa ha esaminato e valutato i potenziali effetti del timo e dei suoi composti attivi sull’infezione da SARS-CoV-2.

Utilizzando i database PubMed, Scopus, ISI, Cochrane, ScienceDirect, Google scholar e Arxiv preprint, sono stati discussi i meccanismi molecolari che sarebbero alla base degli effetti del timo e dei suoi composti attivi in relazione a COVID-19. Questi i risultati esposti dagli autori: il timo è in grado di sopprimere il fattore di necrosi tumorale (TNF-alfa), l’interleuchina 6 e altre citochine infiammatorie, aumentando inoltre citochine antinfiammatorie come il fattore di crescita trasformante beta (TGF-β)  e interleuchina 10. L’estratto di timo agirebbe anche come inibitore delle citochine IL-1-beta e IL-8, sia a livello di mRNA che di proteine, mentre il timolo contribuisce a controllare la progressione del processo di neuro-infiammazione verso la malattia neurologica, riducendone alcuni fattori.  Infine il timo e i suoi principi attivi, in particolare il timolo e il carvacrolo, esplicano effetti positivi sul sistema renina-angiotensina e sul microbiota intestinale.

Fonte: Nadi A, Shiravi AA, Mohammadi Z, Aslani A, Zeinalian M. Thymus vulgaris, a natural pharmacy against COVID-19: A molecular review. J Herb Med. 2023 Mar;38:100635.