Il cumino nero (Nigella sativa) è pianta erbacea annuale ampiamente distribuita nei Paesi del bacino del Mediterraneo, Nord Africa, Medio Oriente e Asia che può raggiungere 20-30 centimetri di altezza. I frutti sono capsule alquanto grandi e rigonfie composte di 3-7 follicoli, all’interno dei quali sono contenuti numerosi semi, angolati e neri. La nigella era conosciuta e apprezzata già dagli antichi Egizi; i suoi semi sono stati ritrovati in diversi siti archeologici dell’Egitto e nella tomba di Tutankhamon erano presenti delle anfore colme di olio di nigella. Successivamente, in epoca medievale, le proprietà della nigella furono studiate da ricercatori arabo-islamici, quali al-Biruni e Avicenna (Ibn Sina), il quale, nel suo “Canone della Medicina”, affermava che i semi del cumino nero sono ricostituenti naturali e hanno la proprietà di stimolare l’energia corporea. Nella medicina ayurvedica indiana i semi di Nigella sativa vengono impiegati per varie problematiche e per trattare l’asma, grazie all’azione antistaminica e vasoregolatrice.

Il cumino nero contiene numerose sostanze, dall’olio essenziale ricco in terpeni all’olio dei semi, ai flavonoidi. L’uso alimentare e il basso rischio di tossicità hanno contribuito negli ultimi anni allo sviluppo di molte ricerche scientifiche pre-cliniche e cliniche, che rendono la pianta particolarmente interessante in particolare nella prevenzione e trattamento delle malattie metaboliche e cardiovascolari. Questo recente studio clinico in doppio cieco, controllato con placebo ha valutato gli effetti della polvere di cumino nero più il trattamento standard per l’infezione da Helicobacter pylori (H. pylori) sul livello di grelina sierica e sull’appetito in soggetti con infezione da H. pylori.

Cinquantuno individui positivi a H. pylori sono stati assegnati in modo casuale ai gruppi di trattamento (n = 26) o placebo (n = 25): hanno ricevuto 2 g/giorno di N. sativa con terapia antibiotica quadrupla o 2 g/giorno di placebo più terapia antibiotica per 8 settimane.Il livello sierico di grelina è stato valutato prima e dopo l’intervento, così come l’appetito. Alla fine dello studio, l’appetito del gruppo di trattamento è migliorato in modo statisticamente significativo rispetto al gruppo placebo (P = 0,02) mentre la differenza nei livelli sierici di grelina tra i gruppi sperimentale e placebo non è risultata statisticamente significativa (P > 0,05). In conclusione dallo studio è emerso, nonostante le piccole dimensioni del campione, che l’integrazione con polvere di N. sativa può essere un trattamento aggiuntivo benefico nei casi di infezione da H. pylori.

Fonte: Yousefnejad H, Mohammadi F, Alizadeh-Naini M, Hejazi N. Nigella sativa powder for helicobacter pylori infected patients: a randomized, double-blinded, placebo-controlled clinical trial. BMC Complement Med Ther. 2023 Apr 17;23(1):123.