Sebbene l’infiammazione sia un meccanismo di difesa naturale che favorisce il processo di guarigione, un’infiammazione costante e protratta nel tempo può contribuire all’insorgenza di diverse malattie (artrite reumatoide, asma, aterosclerosi, osteoartrite ecc.).  In queste condizioni all’infiammazione spesso si associa il dolore. Il trattamento antidolore più comune è dato dai farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) che tuttavia possono avere diversi effetti collaterali. Sono quindi numerose le linee di ricerca finalizzate a individuare alternative naturali, sicure e sostenibili, per il trattamento del dolore e dell’infiammazione.

Alcuni studi hanno indicato che la radice di artiglio del diavolo (Harpagophytum procumbens, Pedaliaceae) esplica effetti antinfiammatori, antibatterici, antimicotici, antivirali e antitumorali. Questa recente revisione sistematica degli studi pubblicati tra il 2011 e il 2022 sulle proprietà antinfiammatorie, i composti bioattivi e i profili di sicurezza dell’artiglio del diavolo nel trattamento di condizioni reumatiche degenerative e dolorose fa il punto della situazione. Dopo una ricerca sulle banche dati Google Scholar, Scopus, Web of Science, PubMed e ScienceDirect sono stati individuati 112 pubblicazioni pertinenti.

Tradizionalmente la radice di artiglio del diavolo veniva utilizzata per diverse condizioni tra cui infezioni urinarie, piaghe, febbre, dispepsia, dolore post-partum, distorsioni, ulcere, tosse, stipsi, diarrea ecc. sia per via topica che interna. Studi di fitochimica hanno indicato che alcuni suoi costituenti (glicosidi iridoidi, glicosidi fenolici, arpagochinoni, aminoacidi, acidi fenolici, flavonoidi, fitosteroli) riducono l’infiammazione. I glicosidi iridoidi hanno dimostrato proprietà antinfiammatorie e analgesiche. Tra questi l’arpagoside ha mostrato la più forte attività antiossidante; l’arpagide, l’arpagoside e l’8-p-coumaroil-arpagide, così come il glicoside fenolico, l’acteoside, sono risultati i principali costituenti bioattivi che inibiscono l’infiammazione e alleviano il dolore.

Uno studio ha indicato che un estratto etanolico ha ridotto la quantità di mRNA della ciclossigenasi-2 (COX-2), mentre un altro ha mostrato che l’artiglio del diavolo sopprime il fattore di necrosi tumorale α (TNF-α) e l’interleuchina 6. L’arpagoside e l’arpagide hanno dimostrato di esplicare un’efficace attività antinfiammatoria e immunomodulante. Questi componenti agiscono inoltre sulla cicloossigenasi 2 (COX-2), con potenziali effetti antinfiammatori e analgesici. Le applicazioni topiche hanno mostrato un effetto positivo nel trattamento del dolore di collo e spalla legato all’attività sportiva e alcuni partecipanti hanno riferito un aumento di forza, mobilità e capacità lavorative. La radice di artiglio del diavolo è risultata più efficace a basso dosaggio.

Un altro studio ha mostrato che l’artiglio del diavolo potrebbe essere utilizzato per trattare il dolore acuto post-operatorio e il dolore neuropatico cronico. Studi condotti su patologie specifiche hanno riscontrato che questa pianta, o il componente arpagoside, hanno effetti antinfiammatori, antiartritici, antireumatici e antidolorifici per l’artrite reumatoide.  Le radici dell’artiglio del diavolo hanno mostrato inoltre effetti antinfiammatori sui soggetti affetti da psoriasi. Gli autori concludono che l’artiglio del diavolo ha mostrato effetti ipocolesterolemizzanti, antiossidanti, antinfiammatori e antidolorifici e suggeriscono di sviluppare la ricerca per ulteriori conferme.

 Fonte: Gxaba N, Manganyi MC. The fight against infection and pain: Devil’s claw (Harpagophytum procumbens) a rich source of anti-Inflammatory activity: 2011-2022. Molecules. June 6, 2022;27(11):3637. doi:10.3390/molecules27113637.