La cannella è una spezia comunemente utilizzata in cucina, facilmente distinguibile per il colore che va dal nocciola al rosso-bruno e per il caratteristico profumo. Conosciuta da Greci, Romani ed Egizi, è tra le spezie più antiche, definita anche la “spezia dei re”. Ricavata dall’essiccazione della parte più interna della corteccia, contiene molti minerali, tra cui spiccano per quantità ferro, calcio e potassio, e anche molte fibre. Le sono state attribuite diverse proprietà benefiche per l’organismo umano: è in grado di migliorare la digestione, riducendo flatulenza e disturbi digestivi; di controllare i livelli di zuccheri nel sangue; di ridurre gli attacchi di fame (grazie al controllo della glicemia e al rallentamento della velocità di svuotamento gastrico) aiutando a mantenere il peso corporeo nella norma; di regolare il ciclo mestruale; di combattere e prevenire le infezioni, soprattutto fungine e batteriche. Nella medicina tradizionale cinese la cannella viene utilizzata insieme ad altre erbe in decotti per alleviare il raffreddore.
L’azione sulla memoria
A questi benefici della cannella, grazie alla ricerca di un team di ricercatori iraniani della Birjand University of Medical Sciences, si aggiunge anche un potenziale beneficio nell’ambito cognitivo, ovvero la possibilità di ridurre o prevenire la perdita di memoria e migliorare l’apprendimento. I risultati sono stati ottenuti tramite una revisione sistematica di 40 studi (5 in vitro, 33 in vivo e due trial clinici e) incentrati sui benefici del consumo di cannella in relazione proprio all’apprendimento e alla memoria. Gli studi sono stati individuati nelle banche dati PubMed, Google Scholar, Web of Science e Scopus. I ricercatori hanno estratto i dati relativi a questi studi, tra cui il tipo di cannella utilizzato, la popolazione di riferimento e le dimensioni del campione, sesso ed età dei partecipanti, i dosaggi applicati, la durata e il metodo di assunzione e i risultati ottenuti. Hanno anche valutato la qualità e l’affidabilità degli studi esaminandone il disegno sperimentale, i criteri di inclusione e altri aspetti metodologici. Nello specifico dagli esperimenti in vivo i ricercatori hanno rilevato che la cannella e i suoi componenti (acido cinnamico, eugenolo e cinnamaldeide) esplicano un effetto positivo sulla funzione cognitiva. Dagli studi in vitro è emerso che l’aggiunta di cinnamaldeide o di cannella aumenta la vitalità cellulare, riducendo al contempo l’aggregazione della proteina Tau, il cui malfunzionamento è correlato all’Alzheimer, e l’amiloide-beta.
Uno degli studi clinici era incentrato sulla supplementazione di questa spezia tra i giovani, dove il suo consumo ha migliorato la funzione cognitiva e la memoria, riducendo anche i sintomi dell’ansia. Nel complesso, la maggior parte degli studi passati in rassegna ha suggerito che la cannella potrebbe avere un impatto positivo su memoria e funzione cognitiva, come hanno scritto i ricercatori: “Molte ricerche hanno riportato che la cannella potrebbe essere utile per prevenire e ridurre il deterioramento delle funzioni cognitive e può essere utilizzata come coadiuvante nel trattamento di disturbi correlati alla sfera cognitiva”. Sono tuttavia necessari ulteriori studi per stabilire quale sia il reale impatto della cannella nel rallentare il deterioramento a livello cognitivo. I risultati promettenti di questa revisione potrebbero indurre altri ricercatori a prendere in esame l’impatto della cannella in questo ambito e di conseguenza promuoverne l’uso per preservare la funzione cerebrale e rallentare il deterioramento cognitivo.
Fonte: Nakhaee S, Kooshki A, Hormozi A, Akbari A, Mehrpour O, Farrokhfall K. Cinnamon and cognitive function: a systematic review of preclinical and clinical studies. Nutr Neurosci. 2023 Jan 18:1-15.