Gli oli essenziali (OE), composti volatili estratti dalle piante, sono utilizzati da tempo nella medicina tradizionale e popolare per trattare diversi problemi di salute in tutto il mondo. I dati di letteratura indicano che i preparati vegetali ricchi di OE sono stati utilizzati anche nel trattamento delle malattie cardiovascolari (CVD) in molti Paesi, come ad esempio la Cina.
Questa recente revisione pubblicata sul Journal of Ethnopharmacology ha messo a fuoco l’applicazione tradizionale e i meccanismi farmacologici di alcuni OE nell’ambito della salute cardiovascolare con riferimento a studi sia preclinici che clinici. Inoltre, sono stati messi a confronto gli OE e i farmaci impiegati nel trattamento di questa tipologia di problemi. Le informazioni sono state raccolte dalle banche dati elettroniche Web of Science, ScienceDirect, PubMed e China National Knowledge Infrastructure (CNKI) e i dati ottenuti sono stati ordinati in sequenza per favorire la comprensione delle potenzialità degli OE. Tra i dati d’interesse è emerso, ad esempio, che i meccanismi molecolari dei farmaci standard impiegati in questo contesto sono più incentrati su un singolo bersaglio nel trattamento e che quindi i malati hanno bisogno di assumere una serie di farmaci combinati, con una conseguente scarsa aderenza alle terapie. Gli OE hanno invece caratteristiche di multicomponenti e una sinergia multi-target che possono regolare in modo sistematico più bersagli.
In relazione ai meccanismi tipici delle malattie CVD (sovraccarico di calcio intracellulare, stress ossidativo, infiammazione, danno alle cellule endoteliali, disfunzione delle cellule vascolari e dislipidemia), gli OE potrebbero avere un ruolo proprio attraverso un intervento multi-target, attraverso la regolazione del livello di Ca2+, l’effetto anti-ossidante e antinfiammatorio, il miglioramento della funzione endoteliale, la riduzione dei lipidi ematici, l’inibizione dell’apoptosi e l’antiaggregazione piastrinica. Lo studio porta come esempi l’OE di basilico (Ocimum gratissimum L.) per migliorare la somministrazione transdermica di farmaci utilizzati nelle malattie cardiovascolari ischemiche, così come l’olio essenziale di eucalipto. L’OE di Artemisia campestris ha effetti antiossidanti e antipiastrinici, mentre l’OE di Salvia officinalis può migliorare l’iperlipidemia riducendo i livelli di colesterolo totale e LDL e dei trigliceridi. L’OE di Melissa officinalis può invece migliorare i valori della pressione arteriosa e regolare i cambiamenti emodinamici nei soggetti con sindrome coronarica acuta in situazioni di emergenza, mentre una miscela di OE da Lavandula angustifolia, Cananga odorata e Citrus aurantium contribuisce a migliorare l’indice di stress, la pressione arteriosa sistolica e diastolica in soggetti sottoposti ad angiografia coronarica.
Gli studi clinici hanno dimostrato che le applicazioni di un singolo OE o di una loro miscela hanno un impatto definito sulle malattie CVD e hanno influito positivamente sulla guarigione di soggetti con malattia coronarica. Ultimo, ma non meno importante, l’aromaterapia svolge un ruolo significativo nel migliorare la qualità di vita delle persone con questi disturbi e quindi la salute non solo fisica ma anche psicologica. Occorre tuttavia migliorare gli standard e il sistema di controllo qualità degli OE e delle preparazioni ad essi correlate, evidenziano gli autori, nonché sviluppare gli studi sulla sicurezza a lungo termine degli OE.
Fonte: Natural essential oils: A promising strategy for treating cardio-cerebrovascular diseases. Long Y, Li D, Yu S, Zhang YL, Liu SY, Wan JY, Shi A, Deng J, Wen J, Li XQ, Ma Y, Li N, Yang M. J Ethnopharmacol. 2022 Jun 2:115421.