La guarigione delle ferite è un processo complesso che rappresenta una sfida importante. A causa degli effetti collaterali di molti farmaci e di un costo più sostenibile, i preparati naturali a base di piante ed erbe medicinali stanno acquisendo una maggiore rilevanza nella gestione dei disturbi della pelle e nel trattamento di alcune infezioni cutanee. Un recente articolo, a cura di ricercatori italiani delle Università di L’Aquila e Milano, ha valutato e sintetizzato i più recenti studi in vitro, in vivo e clinici sui principali preparati a base di erbe, sui loro costituenti fitochimici e sulle nuove formulazioni che possono risultare utili in questa materia.

La ricerca

La ricerca ha mostrato che diversi preparati a base di erbe esplicano una marcata attività in questo campo e che questa può essere per lo più attribuita alla presenza al loro interno di flavonoidi, alcaloidi, saponine e composti fenolici. Questi composti fitochimici possono agire in diverse fasi del processo di cicatrizzazione delle ferite con effetti antinfiammatori, antimicrobici, antiossidanti e di stimolo della sintesi del collagene. Inoltre, scrivono gli autori del lavoro, l’applicazione dei composti naturali mediante sistemi nanotecnologici potrebbe migliorare in modo significativo l’efficacia dei trattamenti. Tra le piante passate in rassegna si segnalano l’achillea, l’aloe, la calendula, la malva, delle quali l’azione sulla cute è ben nota, ma anche la curcuma, la liquirizia, la piantaggine ed erbe aromatiche come la salvia e il rosmarino, per ciascuna delle quali sono riportati gli studi principali e gli effetti conseguiti. Ad esempio la malva, in uno studio in vivo, ha efficacemente ridotto l’infiammazione acuta e cronica aumentando la sintesi e il deposito del collagene e il processo di neovascolarizzazione, dimostrando inoltre un’attività batterica contro Staphylococcus aureus ed Escherichia coli.  Le applicazioni a base di calendula hanno mostrato attività antibatterica, di stimolo dei fibroblasti e dell’angiogenesi, influendo positivamente sui processi infiammatori e proliferativi nella cicatrizzazione delle ferite, con effetti che vengono attribuiti per lo più alla presenza di terpenoidi.

Le prove scientifiche ottenute negli ultimi cinque anni hanno consentito di ampliare le conoscenze sugli effetti dei preparati vegetali nella guarigione delle ferite e sui loro meccanismi molecolari, confermando in alcuni casi le conoscenze tradizionali. Tutte le piante riportate in questa rassegna esercitano attività antiossidante, antinfiammatoria e antimicrobica; l’attività antivirale è stata rilevata, ad esempio, in Curcuma longa. Grazie all’aumento delle sperimentazioni, i composti polifenolici confermano il proprio ruolo nei processi di cicatrizzazione delle ferite, attraverso il controllo e la modulazione delle risposte infiammatorie. Diverse sostanze fitochimiche (triterpenoidi, curcumina ecc.) presenti nelle piante medicinali sono fattori chiave nell’omeostasi, nei processi di riepitelizzazione e di rigenerazione cutanea, promuovendo la proliferazione dei fibroblasti e/o la produzione di collagene. Carotenoidi, flavonoidi e triterpenoidi inibiscono, infatti, lo stress ossidativo e promuovono l’attività antiossidante. Le specie reattive dell’ossigeno (ROS) sono coinvolte inoltre nel processo di riparazione, nell’angiogenesi e nella distruzione degli agenti patogeni nel sito della ferita stessa.

 

Fonte: Vitale S, Colanero S, Placidi M, Di Emidio G, Tatone C, Amicarelli F, D’Alessandro AM. Phytochemistry and Biological Activity of Medicinal Plants in Wound Healing: An Overview of Current Research. Molecules. 2022; 27(11):3566.