L’American Botanical Council, associazione statunitense no profit attiva nell’ambito delle piante medicinali e preparati naturali, all’interno del ‘Botanical Adulterants Prevention Program’ (BAPP) ha appena pubblicato un nuovo documento riguardante gli estratti di ginkgo (Ginkgo biloba). Preparati che, com’è noto, sono ampiamente utilizzati in tutto il mondo per migliorare le prestazioni cognitive, turbe circolatorie, vertigini, tinnito ecc.

Negli Stati Uniti in particolare gli integratori alimentari a base di estratto di ginkgo sono tra i preparati a base di erbe più venduti, con oltre 33 milioni di dollari di vendite nel 2020.

Negli ultimi 20 anni 27 pubblicazioni nella letteratura scientifica peer-reviewed hanno documentato casi di adulterazione degli ingredienti e dei prodotti a base di di foglie di ginkgo.

L’adulterazione comporta generalmente l’aggiunta di ingredienti non dichiarati ricchi di flavonoli o flavonoidi altamente purificati (ad esempio quercetina o rutina) da fonti a basso costo, tra i più comunemente estratti o frazioni purificate di fiori e foglie di sofora del Giappone (Styphnolobium japonicum, syn. Sophora japonica).

Poiché sia la rutina che la quercetina si trovano anche nelle foglie di ginkgo, rilevare l’adulterazione dei materiali commerciali di ginkgo può essere piuttosto complesso.

Le analisi effettuate

Dei 501 campioni analizzati in questi articoli, 242 (48%) sono stati considerati adulterati secondo i criteri stabiliti dagli autori di queste pubblicazioni, suggerendo che si tratta quindi di un fenomeno abbastanza diffuso.

Il documento, curato da Stefan Gafner dell’American Botanical Council ed esaminato anche da 30 esperti del mondo accademico, del governo e dell’industria, ha inoltre valutato l’utilità di 78 metodi analitici di laboratorio per autenticare l’estratto di foglie di ginkgo e/o rilevare l’adulterazione.

Secondo Gafner: “Trovare un metodo analitico adatto ad autenticare gli estratti di foglie di ginkgo richiede tempo, anche a causa del gran numero di metodi disponibili nella letteratura internazionale, nelle farmacopee nazionali e in altri compendi ufficiali. Non molti ingredienti botanici sono stati oggetto di una molte così vasta di lavoro analitico dedicato al controllo di qualità”.

 

Fonte: American Botanical Council

https://www.herbalgram.org/resources/botanical-adulterants-prevention-program/