L’Echinacea, una delle piante medicinali più popolari e di cui si conoscono in special modo l’attività immunostimolante e antinfiammatoria, è allo studio anche per le potenziali applicazioni sui disturbi del fegato.
Una recente revisione pubblicata sull’ultimo numero di Phytomedicine offre una panoramica completa di questa pianta avendone analizzato la composizione chimica, l’azione farmacologica contro varie epatopatie e i livelli di sicurezza.
Una ricerca completa degli articoli pubblicati fino alla fine del 2020 su Echinacea ed epatopatie è stata condotta su diversi database medico-scientifici internazionali, tra cui PubMed, Web of Science e China National Knowledge Infrastructure.
Da questa revisione critica della letteratura è emerso che l’Echinacea mostra una buona attività nel contrastare le epatopatie indotte da diverse cause in esperimenti preclinici e in studi condotti sull’uomo, regolando la proliferazione cellulare e l’apoptosi, il meccanismo di difesa antiossidante, il metabolismo dei lipidi, il ritmo circadiano, e alcune vie di segnalazione.
Gli ingredienti principali di Echinacea includono derivati dell’acido caffeico, alchilamidi e polisaccaridi, che sono stati ben definiti in studi preclinici sulle malattie del fegato. La sua efficacia in questo contesto è stata correlata alle attività immunomodulanti e antinfiammatorie.
Gli studi sulla tossicità acuta e subacuta hanno mostrato che i preparati a base di Echinacea sono ben tollerati.
Secondo gli autori di questa review, pertanto, l’Echinacea potrebbe rappresentare un potenziale risorsa per la prevenzione e il trattamento di alcune malattie del fegato.
Sono necessari studi ulteriori sia per individuare i meccanismi di questa attività sia studi clinici più ampi per confermare questi dati preliminari positivi su sicurezza ed efficacia dell’Echinacea in questo contesto.
Fonte: Echinacea in hepatopathy: A review of its phytochemistry, pharmacology, and safety. Wenqian Xu, Hongkang Zhu Bin Hu et al. Phytomedicine, Available online 26 April 2021, 153572.