Ibisco e problemi metabolici

Al genere Hibiscus appartengono più di 300 specie botaniche di cui H. sabdariffa, o ibisco, un arbusto originario dell’Africa ampiamente distribuito nelle aree tropicali e subtropicali, è la più utilizzata in ambito alimentare e salutistico.

Negli ultimi decenni la domanda di ibisco è aumentata progressivamente a livello internazionale; i principali paesi produttori sono Sudan, Egitto, Messico, India, Tailandia e Cina, mentre i principali importatori sono Germania e Stati Uniti. La quinta edizione della Farmacopea Europea contiene una monografia ufficiale sugli standard di controllo qualità per i fiori di ibisco.

L’impiego prevalente dell’ibisco riguarda diverse problematiche del metabolismo. Tra queste la sindrome metabolica, una condizione associata a iperglicemia, obesità, ipertensione e ipercolesterolemia che può portare a malattie cardiovascolari. Uno studio condotto su questo problema ha mostrato come la supplementazione di 3 g/die di estratto di ibisco (standardizzato a 9,6 mg di antociani) ha causato la riduzione statisticamente significativa della glicemia, nonché dei livelli di colesterolo totale e LDL.

Risultati complessivamente positivi sono stati, inoltre, riscontrati in studi clinici sul trattamento con l’ibisco della dislipidemia. Le dosi tipicamente utilizzate per abbassare il livello di colesterolo sono 1.000 mg di calici essiccati 3 volte al giorno, oppure 100 mg di estratto standardizzato 2 volte al giorno.

Diversi studi scientifici hanno confermato che gli acidi organici, gli antociani, i flavonoidi e i polisaccaridi contenuti nell’ibisco non soltanto determinano l’abbassamento del livello di colesterolo totale e LDL, ma esplicano anche effetti di regolazione del metabolismo – tra cui la capacità di regolare metabolismo energetico, stress ossidativo, vie infiammatorie, fattori di trascrizione, ormoni, peptidi ed enzimi digestivi – che potrebbero risultare utili anche in strategie per il controllo del peso.

 

Fonte: HERBAL GRAM, American Botanical Council.