Fico d’India, non solo spine

fico d'India

 

 

 

 

 

 

 

Le diverse specie di Opuntia contengono svariate sostanze nutritive e composti bioattivi benefici per la salute umana. La composizione dei cladodi (o pale) e dei frutti è diversa, ma entrambi forniscono vari macronutrienti, vitamine, minerali e sostanze fitochimiche.

I frutti sono ricchi di pigmenti antiossidanti chiamati betacianine che, come è emerso da uno studio scientifico, abbassano il livello di colesterolo LDL e proteggono dai processi ossidativi. I cladodi contengono manganese, essenziale per il metabolismo del glucosio, magnesio, che aiuta l’organismo a regolare la sintesi proteica, la funzione muscolare e nervosa, la glicemia e la pressione arteriosa, e vitamina C.

Il trattamento del diabete è riportato tra gli impieghi tradizionali del fico d’India (Opuntia ficus indica) e per questo la ricerca sta esplorando i suoi effetti sui vari parametri associati a questa patologia. Studi sull’animale hanno mostrato una riduzione del picco glicemico post prandiale, nonché una riduzione della glicemia a digiuno dopo l’assunzione di compresse a base di cladodi del fico d’India. I risultati suggeriscono che la maturità dei cladodi modifica gli effetti ipoglicemizzanti di Opuntia e che la fibra presente al suo interno possa essere il principale responsabile dei suoi effetti ipoglicemizzanti, in grado di ritardare l’assorbimento dei carboidrati dagli alimenti. In studi sugli animali sono stati osservati ulteriori benefici: il succo concentrato dal frutto di O. ficus-indica protegge ad esempio dalla formazione di ulcera gastrica.

Studi sul diabete

Le proprietà antidiabetiche del fico d’India sono state valutate anche con studi sull’uomo. Un piccolo studio su persone con diabete di tipo 2 ha rilevato che il consumo di cladodi al vapore riduceva in modo statisticamente significativo i picchi glicemici e i livelli sierici di insulina fino a un’ora dopo il consumo di una colazione ricca di carboidrati. Lo studio ha inoltre riscontrato una riduzione significativa del peptide insulino-tropico glucosio dipendente (un ormone rilasciato dall’intestino tenue che stimola la produzione di insulina). In soggetti pre-diabetici si è visto che un prodotto a marchio formulato con estratto di cladodi e buccia di fico d’India riduce i picchi di glucosio nel sangue 60, 90 e 120 minuti dopo l’ingestione seguita da assunzione di 75 g di una soluzione di glucosio. I cladodi del fico d’India contengono alti livelli di calcio e sono stati studiati quindi per i loro effetti sulla densità ossea con risultati incoraggianti. Donne in premenopausa che consumavano 15 g di cladodi disidratati hanno mostrato un aumento della densità minerale ossea della regione lombare. Studi preliminari ne hanno poi evidenziato proprietà antivirali, immunomodulanti e neuroprotettive.
Infine alcune ricerche suggeriscono che il fico d’India può essere uno strumento utile e pratico per la filtrazione dell’acqua: uno studio del 2010 ha mostrato infatti che il gel di fico d’india filtrava il 98% dei batteri in un campione di acqua contaminata. La pianta potrebbe quindi “diventare un metodo di depurazione dell’acqua sostenibile ed economico nelle comunità rurali dei paesi in via di sviluppo”, hanno scritto gli autori della ricerca.

 

Fonte: Herbs Memorial Sloan Kettering Cancer Center