Curcuma ed epatite: indagini in corso

 

 

 

 

 

 

L’Istituto Superiore di Sanità ha segnalato al 23 maggio 11 casi di epatite colestatica acuta, non infettiva e non contagiosa, riconducibili al consumo di curcuma.

Il Ministero della Sanità ha conseguentemente disposto il ritiro dei lotti sospetti, appartenenti a diversi prodotti, e ha avviato una procedura per tracciarne il percorso attraverso le aziende interessate; sono in corso tutte le indagini del caso per studiare la situazione e capire quanto occorso.

Il principio attivo più abbondante è la curcumina, un polifenolo che fa parte di un pool di sostanze curcuminoidi. La curcumina è presente in una quantità pari circa al 3% ma la polvere essiccata contiene anche minerali, vitamine e fibre; più recentemente sono stati identificati altri composti bioattivi, soprattutto fenoli e terpeni.

L’efficacia e la sicurezza della curcuma come pianta medicinale sono state dimostrate dalla letteratura scientifica e sono riscontrabili su PubMed e le principali banche dati medico-scientifiche. Tra gli effetti più citati ci sono le proprietà coleretiche e colagoghe, ma anche le attività antinfiammatorie, antiossidanti e antibatteriche. Alcuni studi suggeriscono un ruolo protettivo del sistema cardiovascolare e del sistema nervoso.

In attesa di maggiori e più circostanziate informazioni, si rimanda al sito del Ministero della Salute, in costante aggiornamento, dove sono riportati nome e lotti dei prodotti implicati (di diversi marchi).

 

Info: http://www.salute.gov.it/portale/news/p3_2_1_1_1.jsp?lingua=italiano&menu=notizie&p=dalministero&id=3750