Colesterolo LDL e disturbi cardiovascolari

Esiste una correlazione log-lineare dipendente dalla dose tra il colesterolo LDL e il rischio cardiovascolare. Questa associazione è indipendente da altri fattori di rischio cardiovascolare ed è coerente tra i vari dati disponibili. Il dato è stato evidenziato in occasione del congresso annuale 2017 della European Atherosclerosis Society (EAS) ed è stato pubblicato sull’European Heart Journal. Il colesterolo LDL, in realtà, è indicato da tempo come un importante fattore di rischio cardiovascolare modificabile, ma una valutazione delle prove disponibili in letteratura internazionale è stata necessaria perché esso non è percepito come una parte del problema. Non solo sui mass media ma anche in alcune Linee guida, dove viene percepito semplicemente come un biomarcatore. Il documento di consenso EAS contiene delle tabelle che indicano il potenziale beneficio derivante dall’abbassamento dei livelli plasmatici di colesterolo LDL in rapporto al rischio cardiovascolare di base di ogni persona, al livello di colesterolo LDL e alla durata del trattamento ipolipemizzante. Sottolinea inoltre che è consigliabile abbassare precocemente il colesterolo LDL nei soggetti con elevato rischio cardiovascolare, ad esempio nei casi di ipercolesterolemia familiare. Il gruppo di lavoro dell’EAS ha inoltre raccolto prove da più di 30 studi randomizzati circa il fatto che la riduzione del colesterolo LDL riduce il rischio di eventi cardiovascolari e che questo beneficio è proporzionale alla sua riduzione assoluta. Una novità del documento riguarda l’esame dei “nutraceutici”, ovvero principi naturali contenuti in cibi o in preparati ad hoc, che possono essere usati in aggiunta ai farmaci che riducono il colesterolo, o anche isolatamente in alcune categorie di soggetti.

 

Fonte: Eur Heart J. 2017. doi: 10.1093/eurheartj/ehx144

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/28444290