Probiotici e demenza, recente studio clinico

Close-up. Elderly woman and beautiful granddaughter with wide smile

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In precedenti studi condotti su animali si è visto che i probiotici contribuiscono a migliorare l’apprendimento e la memoria e a ridurre l’ansia e la depressione, ma le prove di efficacia riguardanti eventuali benefici cognitivi negli esseri umani erano ancora molto limitate. Si è occupato di questo argomento uno studio clinico controllato e randomizzato in doppio cieco, realizzato da un gruppo di ricercatori iraniani e pubblicato di recente.

Lo studio, che ha coinvolto 60 individui affetti da Alzheimer, aveva l’obiettivo di valutare gli effetti della supplementazione di probiotici sulla funzione cognitiva e lo stato metabolico in questa categoria di pazienti. La ricerca ha riscontrato che una dose giornaliera di probiotici Lactobacillus e Bifidobacterium, assunta per dodici settimane, riesce a produrre in pazienti anziani con Alzheimer un miglioramento modesto ma significativo del punteggio sulla scala Mini-Mental Examination (MMSE), un parametro standard che misura il deterioramento cognitivo.

I pazienti sono stati divisi mediante randomizzazione in due gruppi e trattati con latte (gruppo di controllo) oppure con una miscela di probiotici. Il gruppo probiotici ha assunto 200 ml al giorno di latte + probiotici (contenenti Lactobacillus acidophilus, Lactobacillus casei, Bifidobacterium bifidum e Lactobacillus fermentum -2×109 CFU/g ciascuno) per 12 settimane.

Il punteggio sulla scala MMSE è stato registrato in tutti i soggetti prima e dopo il trattamento e campioni di sangue sono stati ottenuti, sempre pre- e post-trattamento, per determinare i relativi marcatori.
Nel corso dello studio, il punteggio medio sul questionario MMSE è aumentato in maniera statisticamente significativa (da 8.7 a 10.6, su un massimo di 30) nel gruppo trattato con probiotici, ma non in quello di controllo (da 8.5 a 8.0). Anche se questo aumento è modesto e tutti i pazienti hanno mantenuto una severa compromissione a livello cognitivo, i ricercatori affermano che si tratta di risultati importanti poiché per la prima volta si dimostra che i probiotici possono migliorare lo stato cognitivo nell’uomo. Dopo l’intervento di dodici settimane, nel gruppo probiotici è stata rilevata anche una riduzione dell’insulino-resistenza nonché più bassi livelli di trigliceridi. La ricerca evidenzia, inoltre, che il trattamento con probiotici non ha avuto effetti di rilievo su altri marcatori dello stress ossidativo né su altri profili lipidici. “Questi risultati indicano che il consumo di probiotici influenza in modo positivo la funzione cognitiva e alcuni stati metabolici nei pazienti considerati; il cambiamento nelle regolazioni metaboliche potrebbe essere un meccanismo attraverso il quale i probiotici influenzano il morbo di Alzheimer ed eventualmente altri disturbi neurologici”, ha commentato il capofila dello studio Mahmoud Salame della Università iraniana di Kashan.

Fonte: Mahmoud Salam, et al. Effect of Probiotic Supplementation on Cognitive Function and Metabolic Status in Alzheimer’s Disease: A Randomized, Double-Blind and Controlled Trial. Frontiers in Aging Neuroscience, 10 November 2016. http://dx.doi.org/10.3389/fnagi.2016.00256