Estratto di ibisco riduce la pressione arteriosa

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L’ibisco (Hibiscus sabdariffa) è una malvacea arbustiva originaria dall’Asia minore; dai suoi calici si ottiene un infuso gradevole ricco di antociani, acidi organici (malico e citrico), flavonoidi e fibre. La pianta è ampiamente consumata anche in Nigeria come bevanda rinfrescante e come agente antipertensivo, dopo che diversi studi ne hanno evidenziato queste proprietà. Un gruppo di ricercatori ha voluto approfondire l’effetto del consumo di ibisco sulla pressione sanguigna (BP) e sugli elettroliti di nigeriani affetti da ipertensione da lieve a moderata e confrontarlo con quello dell’idroclorotiazide (HCTZ), un diuretico ampiamente utilizzato per contrastare l’ipertensione arteriosa. Sono state reclutate 80 persone che avevano ricevuto una nuova diagnosi di ipertensione di grado lieve–moderato, non ancora trattate per questo problema e afferenti a una clinica ospedaliera universitaria nigeriana, e 75 di esse hanno completato lo studio. I partecipanti alla ricerca sono stati divisi casualmente (randomizzazione) nei tre gruppi A, B e C: il gruppo A ha ricevuto il placebo; il gruppo B ha assunto idroclorotiazide mentre il gruppo C ha ricevuto un estratto di ibisco. Il trattamento è durato per 4 settimane. La pressione arteriosa e gli elettroliti sierici e urinari sono stati misurati all’inizio dello studio, settimanalmente durante la fase di trattamento e 1 settimana dopo la sua sospensione. Alla fine del trattamento, sia il farmaco sia l’ibisco hanno ridotto in modo statisticamente significativo (P <0.001) i valori della pressione sistolica, diastolica, la pressione arteriosa media e la concentrazione sierica di Na + rispetto al placebo. Dopo la sospensione del trattamento, il calo della pressione arteriosa e dei valori di Na + nel gruppo “ibisco” sono stati significativi rispetto al gruppo idroclorotiazide, dove si sono ripristinati i valori basali. Non sono stati segnalati effetti secondari durante lo studio. La conclusione di questa piccola ricerca è che l’ibisco può essere considerato un agente antipertensivo più efficace dell’idroclorotiazide in soggetti con ipertensione lieve-moderata e che la sua assunzione non ha causato uno squilibrio elettrolitico. Si è visto poi che l’ibisco esplica un’azione più duratura rispetto al farmaco. Le prove hanno dimostrato inoltre che Hibiscus sabdariffa può avere più meccanismi d’azione e non agire soltanto come diuretico. Studi precedenti avevano dimostrato, infatti, che la pianta sembra agire come vasodilatatore e diuretico, sopprime l’assorbimento dei ioni calcio e inibisce l’enzima di conversione dell’angiotensina (ACE). I limiti di questo studio sono dati principalmente dalla piccola dimensione del campione, oltre che da aspetti legati al protocollo sperimentale, come ad esempio l’assenza del doppio cieco. Gli autori raccomandano anche di quantificare i tipi e le concentrazioni di antociani nell’estratto di ibisco.

Fonte: Nwachukwu DC, Aneke E, Nwachukwu NZ, Obika L, Nwagha UI, Eze AA. Effect of Hibiscus sabdariffa on blood pressure and electrolyte profile of mild to moderate hypertensive Nigerians: a comparative study with hydrochlorothiazide. Niger J Clin Pract. November-Decem