La dieta mediterranea dimezza il rischio di tumore dell’endometrio

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Lo afferma uno studio italiano dell’Istituto Mario Negri finanziato dalla Fondazione italiana per la ricerca sul cancro (Firc) e pubblicato sul British Journal of Cancer. Un gruppo di ricercatori dell’Irccs -Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri di Milano, in collaborazione con l’Università di Milano, il Centro di riferimento oncologico di Aviano, l’Istituto nazionale tumori di Napoli e l’Università svizzera di Losanna, ha valutato in oltre 5.000 donne italiane la relazione fra aderenza alla dieta mediterranea e rischio di tumore dell’endometrio con uno studio caso-controllo.

Gli autori hanno selezionato 1.411 donne con nuova diagnosi di tumore dell’endometrio e altre 3.668 non colpite da tumore ma ricoverate per una malattia acuta che non ne aveva modificato le abitudini di vita, che fungevano da gruppo di controllo.

A tutte le donne è stato somministrato lo stesso questionario e si sono poi confrontate le risposte. Sono stati considerati 9 gruppi di alimenti: frutta e verdura, legumi, cereali, patate, pesce e grassi polinsaturi (di cui la dieta mediterranea è ricca), carne, latte e latticini, di cui è invece povera, e alcol, consumato in quantità moderata. Le donne che avevano una più alta aderenza alla dieta mediterranea hanno mostrato una riduzione del rischio di tumore dell’endometrio del 57% rispetto alle donne con una bassa aderenza. Gli esperti ritengono che gli effetti antitumorali della dieta mediterranea siano correlati all’elevato contenuto di antiossidanti, fibre e grassi polinsaturi. La dieta mediterranea, secondo i ricercatori, ha un’azione protettiva anche rispetto ad altre forme tumorali, ad esempio i tumori di cavo orale, stomaco, fegato e pancreas. Questa ricerca mostra che anche una dieta ricca di frutta e verdura, pesce, cereali e grassi polinsaturi, povera di carni e latticini, e un consumo moderato di alcol può contribuire a ridurre il rischio di questo tumore, che fa registrare oltre 8.000 casi all’anno.

Un altro aspetto interessante evidenziato dalla ricerca è che la correlazione riscontrata riguarda la dieta nel suo insieme più che i singoli alimenti. In sostanza gli effetti protettivi sono da attribuire all’intero schema dietetico.