Uno studio etnobotanico sul campo ha indagato gli usi tradizionali delle piante selvatiche commestibili, medicinali e di uso veterinario in quattro valli delle Alpi occidentali piemontesi (Chisone, Germanasca, Angrogna e Pellice). In queste zone vivono tuttora circa 20.000 Valdesi, una minoranza di religione protestante. Sono state realizzate delle interviste a 47 anziani del luogo, appartenenti sia alla minoranza valdese sia di religione cattolica, utilizzando la metodologia etnobotanica standard. I ricercatori hanno registrato l’utilizzo di 85 piante alimentari, di 96 piante medicinali e 45 di impiego veterinario popolare. Il confronto fra i dati raccolti all’interno delle due comunità ha mostrato che i Valdesi avevano, o hanno conservato, una conoscenza etnobotanica più vasta e che circa la metà delle piante di uso alimentare e medicinale era conosciuta e utilizzata da entrambi i gruppi. Inoltre, questa convergenza è risultata maggiore per le piante spontanee per uso alimentare. Il confronto dei dati ottenuti da questo lavoro con rilievi etnobotanici della fine del 19° secolo e degli anni Ottanta del secolo scorso in una delle valli (la Germanasca) ha poi mostrato che la maggior parte delle piante citate nello studio è utilizzata allo stesso modo o con modalità comunque simili rispetto ai decenni passati. Si è visto inoltre che fra i Valdesi sono presenti sia impieghi arcaici, come quello della felce Botrychium lunaria per i problemi della pelle, sia usi risultanti da adattamenti e contaminazioni con i costumi dell’Europa settentrionale e centrale, come ad esempio quello di Veronica centrale e allionii e Valeriana officinalis come infusi ricreativi e di Cetraria islandica in infusi per la tosse. La grande capacità di recupero della conoscenza di queste piante tra i Valdesi può essere il risultato del lungo isolamento e dell’emarginazione che questa comunità ha affrontato nel corso degli ultimi secoli. Approcci intraculturali ed etnostorici in etnobotanica, concludono gli autori, possono offrire dati molto importanti per comprendere come cambia la conoscenza delle piante officinali nel tempo e nello spazio.
Fonte: Bellia G, Pieroni A. Isolated, but transnational: the glocal nature of Waldensian ethnobotany, Western Alps, NW Italy. J Ethnobiol Ethnomed. 2015 May 7;11(1):37. [Epub ahead of print]