Il carciofo (Cynara scolymus L.), è una pianta erbacea perenne appartenente alla famiglia delle Composite: considerato un rimedio dalle proprietà depurative che aiuta il corpo a non accumulare tossine, deve il suo nome comune all’arabo kerschouff o hirschuff.

I suoi componenti principali sono composti caffeici, tra cui la cinarina, acido clorogenico e acido caffeico; tra gli altri componenti si segnalano mucillagine, pectine, tannini, acidi malico, acido lattico, glicerico e glicolico, due composti glicosidici (glicosidi A e B, di cui il secondo attivo come coleretico), sali di potassio e di magnesio e composti flavonici (cinaroside e scolimoside). Il principio attivo della pianta responsabile dell’azione coleretica è riferito alla presenza di cinarina. La droga è costituita dalle foglie caulinari, ossia dalle foglie dentate che si trovano sullo stelo.

Luigi Palma nel volume ‘Le piante medicinali d’Italia’ ne riporta l’azione colagogo-coleretica epatoprotettiva, ipocolesterolemizzante, ipoglicemizzante, diuretica, lassativa e metabolizzante.

Le conferme della ricerca

Gli effetti del carciofo sul fegato erano già noti nel XVII secolo, ma la ricerca scientifica ha confermato le proprietà stimolanti dei suoi estratti a livello del fegato e della cistifellea, ma anche sui livelli di colesterolo e trigliceridi nel sangue. In particolare gli effetti ipocolesterolemizzanti sembrano derivare anche dalla sua capacità di inibire l’enzima HMG-CoA reduttasi, coinvolto nella sintesi del colesterolo.

Per quanto riguarda l’effetto ipoglicemizzante, una recente revisione sistematica con metanalisi (Jalili et al. 2020) condotta su studi clinici randomizzati e controllati ha mostrato che il carciofo può ridurre in modo statisticamente significativo la glicemia a digiuno.

L’estratto di carciofo non ha mostrato tossicità, ma deve essere utilizzato con cautela in caso di calcoli biliari o di restringimenti delle vie biliari. E’ sconsigliata, inoltre, la somministrazione durante l’allattamento, in quanto si ritiene che possa causare una riduzione della secrezione lattea. L’impiego della droga nei soggetti con ipersensibilità accertata alle Asteracee può determinare reazioni allergiche. Non sono note le interazioni con altri preparati fitoterapici o con farmaci.