Erbe e specie vegetali costituiscono da sempre una preziosa riserva di composti naturali utilizzabili a scopo salutistico e per il trattamento di diverse condizioni. Il cedro (Citrus medica L., famiglia delle Rutaceae) è considerato il capostipite di tutti gli agrumi. Originario dell’India e della Birmania, sembra essere presente in Italia almeno dal III secolo a. C., dove sarebbe arrivato passando prima dalla Persia e poi dai Paesi mediterranei. Oggi è particolarmente diffuso nelle regioni meridionali, Calabria, Campania e Sicilia. I frutti possono avere forma tondeggiante, ovale o oblunga, e a volte (come nel caso del cedro mano di Buddha) presentano delle protuberanze. In cucina si utilizza soprattutto la scorza candita. La buccia del cedro è impiegata per produrre sciroppi, infusioni alcoliche e acque di cedro.

La pianta è stata utilizzata per secoli come rimedio curativo per le sue proprietà antiossidanti, antinfiammatorie, antimicrobiche, antivirali e ipoglicemizzanti. Queste attività sono dovute alla presenza di macronutrienti e micronutrienti benefici per la salute, come carboidrati, minerali, aminoacidi e vitamine, ma anche ad alcuni componenti specifici tra cui spiccano flavonoidi (apigenina, esperetina, esperidina, naringina, naringenina, rutina, quercetina e diosmina), cumarine (citroptene, scoparone e bergaptene), terpeni (limonene, γ-terpinene, limonina e nomilina) e acidi fenolici (acido p-cumarico, acido trans-ferulico e acido clorogenico). Negli ultimi anni, la ricerca ha rivolto una particolare attenzione all’attività antiossidante, antinfiammatoria, antimicrobica, antidiabetica, antitumorale e neuroprotettiva di questa pianta e sono stati pubblicati molti studi che ne hanno riportato le proprietà chimiche e biologiche; tuttavia non è mai stata effettuata una revisione sistematica della ricerca. Hanno colmato questo gap un team di ricercatori italiani con un recente lavoro pubblicato sulla rivista Plants.

Utilizzando le banche dati medico scientifiche internazionali PubMed e Scopus si è proceduto pertanto a una revisione della composizione chimica e delle proprietà biologiche di C. medica anche al fine di svilupparne le potenziali applicazioni curative. La rassegna – disponibile in open access – riassume dunque le principali proprietà chimiche e attività biologiche del cedro, analizzando i nuovi approcci di ricerca per condividere le conoscenze disponibili sulle proprietà terapeutiche e nutraceutiche di C. medica. Sulla base della revisione della letteratura, scrivono i ricercatori –  C. medica può essere considerato un ottimo candidato per il trattamento di diverse patologie, principalmente legate all’infiammazione, allo stress ossidativo e alle infezioni microbiche. Pochi studi, inoltre, hanno riportato anche l’attività ipoglicemizzante evidenziando quindi le sue potenziali applicazioni nella gestione del diabete. Le limitazioni all’introduzione della C. medica nella salute in relazione alle sue attività, continuano gli autori, sono dovute in particolare alla scarsità di studi clinici oggi pubblicati al riguardo. Per massimizzare il potenziale di C. medica per la salute umana, è dunque fondamentale sviluppare la ricerca e in particolare quella sull’uomo.

Fonte: Benedetto N, Carlucci V, Faraone I, Lela L, Ponticelli M, Russo D, Mangieri C, Tzvetkov NT, Milella L. An Insight into Citrus medica Linn.: A Systematic Review on Phytochemical Profile and Biological Activities. Plants (Basel). 2023 Jun 10;12(12):2267.