La rosa canina (Rosa canina) è una specie spontanea appartenente alla famiglia delle Rosaceae. Fu Plinio il Vecchio a diffondere la credenza che la radice di questa pianta fosse utile contro la rabbia trasmessa dai morsi dei cani. Per questo nel 1700 Linneo le attribuì l’appellativo botanico di “canina”.

Nell’antichità la rosa canina era apprezzata per la sua azione contro infezioni e particolarmente contro il raffreddore e anche in epoca medievale veniva usata per problemi alle vie respiratorie, mentre i suoi falsi frutti, noti come cinorrodi, erano molto popolari nei dolci.

I cinorrodi si caratterizzano per l’elevato contenuto di vitamina C (dallo 0,3% all’1,7%), ma la rosa canina è una fonte di molti altri nutrienti e composti bioattivi tra cui carotenoidi, tocoferoli, tannini, pectina, amminoacidi, acidi grassi, oli essenziali e un galattolipide ad azione antinfiammatoria (GOPO).

Da qualche anno le bacche di rosa canina sono obiettivo della ricerca con studi in vitro che hanno valutato gli effetti della rosa canina a livello cellulare e trial clinici che hanno riguardato in particolare le proprietà antinfiammatorie e di promozione della salute.

Alcuni di questi hanno valutato, ad esempio, l’effetto sull’obesità e sui disturbi metabolici ad essa correlati, ma anche sull’osteoartrosi e le condizioni correlate al dolore. Di interesse anche le gemme, impiegate soprattutto in età pediatrica nei problemi dell’apparato respiratorio e per aumentare le difese dell’organismo.

La vitamina C, i carotenoidi, i polifenoli, gli acidi grassi polinsaturi (PUFA) sono stati studiati, inoltre, per le attività di protezione cutanea e anti-aging. La rosa canina ha mostrato un’azione positiva in grado di ridurre la profondità delle rughe perioculari e di migliorare idratazione ed elasticità della pelle.

Sono limitati, invece, gli studi riguardo alla sua efficacia nella guarigione/cicatrizzazione delle ferite. Tra i più recenti c’è una revisione sistematica che ha valutato gli effetti dell’olio di rosa canina in questo ambito e i potenziali meccanismi d’azione.

La review

Con una ricerca sulle banche dati PubMed, MEDLINE e Google Scholar sono stati individuati 20 studi (RCT, studi di coorte, caso-controllo e trasversali) e infine soltanto 2 studi sono stati inclusi nella review.

Il primo è stato condotto su 108 soggetti sottoposti a interventi per la rimozione di tumori della cute, che hanno nell’arco di tre mesi applicato olio di semi di rosa canina due volte al giorno per sei settimane dopo la rimozione chirurgica della sutura. I risultati dello studio hanno mostrato tassi significativamente più bassi di eritema dopo 6 e 12 settimane; migliorata anche la discromia rispetto al placebo. L’applicazione è stata ben tollerata e non sono stati segnalati eventi avversi.

Il secondo studio ha valutato su un gruppo di 60 soggetti (randomizzati nei due gruppi di sperimentale e di controllo: 30/30), trattati nel pronto soccorso con ustioni di secondo grado, gli effetti di un unguento contenente estratto di rosa canina rispetto al trattamento standard delle ustioni con sulfadiazina d’argento. Ai partecipanti è stato chiesto di applicare il rispettivo unguento sulla ferita ogni 6 ore fino alla guarigione della ferita. Nel gruppo rosa canina è stata osservata una guarigione delle ferite significativamente più rapida rispetto al gruppo di controllo (P < 0,001), oltre a una maggiore soddisfazione tra i partecipanti (P = 0,041).

Gli autori concludono che la pomata a base di olio di rosa canina può migliorare le cicatrici durante il processo di guarigione delle ferite, anche se sono necessari altri studi per raccomandarne l’uso terapeutico in questo ambito.

Tra i limiti della revisione sistematica si segnalano l’eterogeneità degli studi selezionati e oltre al fatto che entrambi gli studi includevano un gruppo di controllo ma non un gruppo placebo.

Fonte: Belkhelladi M, Bougrine A. Rosehip extract and wound healing: A reviewJ Cosmet Dermatol. January 2024;23(1):62-67.