Alla ricerca della sinapsi perduta

Pietro Mascheri

L’O.M.S. stima ad oggi 50 milioni di malati di Alzheimer nel mondo e più’ di 1 milione in Italia. L’Alzheimer è un processo degenerativo che distrugge le cellule nervose una dopo l’altra provocando una riduzione dei lobi del cervello, un allargamento dei solchi e infine un’atrofia dell’ippocampo.

Questo processo è stato correlato al malfunzionamento della proteina tau che non elimina le proteine beta amiloidi le quali formano delle placche che provocano l’allargamento dei solchi del cervello, deconnessione delle sinapsi neuronali fino alla atrofia dell’ippocampo. Ciò è dovuto ai valori elevati dei marcatori dell’infiammazione ( low-level-chronic-inflammation).

Recenti ricerche su modelli sperimentali murini hanno mostrato una riduzione significativa dei neuroni dopaminergici con ridotta innervazione dell’ippocampo che provoca declino cognitivo non solo nell’Alzheimer ma anche nel Parkinson, in questo caso con rallentamento dei movimenti di deambulazione. 

 

Le nostre pen drive: ippocampo e amigdala

Tutti noi abbiamo delle pen drive dove racchiudiamo tutti i nostri lavori, fotografie, ricordi, slides che immettiamo nel PC per spiegare quello che dobbiamo comunicare. Nel nostro cervello sono due le pen drive con una memoria infinita: l’ippocampo che racchiude tutti i nostri ricordi e sotto piccolissima l’amigdala che racchiude tutti i ricordi emozionali.

 

Le sinapsi

Le sinapsi sono il punto di contatto fra due neuroni e permettono la trasmissione di tutte le informazioni e sono quindi fondamentali per la nostra vita di relazione. Più sinapsi si formano fra neurone e neurone, più saranno i collegamenti che permetteranno alla nostra mente di spaziare e di avere tantissime informazioni da trasmettere agli altri. Essi sono formati da tante ramificazioni (dendriti) dove si collocano i recettori, gli ormoni, e da assoni che collegano neurone a neurone. Occorre mantenere sempre attive ed efficienti le nostre sinapsi, per non andare verso l’oblio.

 

ACETILCOLINA  (Il direttore d’orchestra dei neuroni e delle sinapsi)

L’Acetilcolina è il primo neurotrasmettitore scoperto e anche il più importante, essendo in grado di creare nuove sinapsi, nuovi dendriti e nuovi assoni, stimolando la rigenerazione neuronale e la ricostruzione delle sinapsi. È importante, quindi, tenere sempre elevata la sua concentrazione nel nostro cervello, in quanto l’acetilcolina viene idrolizzata a colina dall’enzima acetilesterasi perdendo la sua funzione. Bacopa monnieri e Withania somnifera sono le piante medicinali che contribuiscono ad aumentare la concentrazione.

Bacopa monnieri

La Bacopa (Bacopa monnieri) aiuta le funzioni cerebrali, migliora la memoria e sviluppa la concentrazione. Gli studi clinici ne hanno mostrato l’efficacia in pazienti con esaurimento nervoso e deficit dell’attenzione: oltre ad aumentare la concentrazione del neurotrasmettitore acetilcolina è anche un ansiolitico e un antistress in quanto regolarizza i livelli di serotonina.

Withania somnifera

La Withania (Withania somnifera) viene considerata una pianta adattogena antistress ed equilibrante i cicli del sonno. Agisce sul piano psico-fisico e può essere associata in sinergia con la Bacopa nei cali di concentrazione dovuti a stress e stanchezza. Per canalizzare lo stress deleterio ai nostri neuroni e alle nostre sinapsi oltre alla Bacopa e Withania si possono prendere in considerazione la Rhodiola rosea e la Griffonia, precursori di dopamina e serotonina.

Rhodiola rosea

La Rodiola (Rhodiola rosea), ricca di salidroside, rosavina, tirosolo, acido caffeico, è considerata la pianta adattogena per eccellenza: antistress e antidepressiva negli sbalzi d’umore, nelle difficoltà di concentrazione, nell’esaurimento in quanto è in grado di aumentare i neurotrasmettitori del buonumore come la serotonina e la dopamina, utili al rafforzamento del tessuto neuronale.

Griffonia simplicifolia

La Griffonia (Griffonia simplicifolia) contiene 5-HTP (5 idrossi-triptofano) precursore di serotonina e dopamina e si associa in sinergia con la Rodiola.

 

COME TENERE ATTIVE LE NOSTRE SINAPSI

  1. RIPOSO NOTTURNO: dormire almeno 7 ore per notte e andare a letto ai primi sbadigli. Serve a eliminare la fatica fisica e psichica del giorno e ad aumentare durante il sonno le connessioni fra neuroni, quindi nuove sinapsi. Dormire poco danneggia la memoria e la capacità di apprendimento.
  2. ATTIVITA’ FISICA: fare qualsiasi tipo di attività fisica tutti i giorni almeno 30 min. seguita da 15 min. di meditazione. Serve ad aumentare le nostre endorfine e quindi la soglia del dolore così come i neurotrasmettitori dopamina e serotonina che aiutano il rafforzamento della memoria. Oltre ad aumentare l’acetilcolina che a sua volta favorisce la formazione di nuovi neuroni e nuove sinapsi.
  3. Consumare quantità adeguate di frutta e verdura di stagione che antiossidanti utili per contrastare l’attacco dei radicali liberi alle nostre membrane cellulari (spinaci-cavoli-bietole-lattuga-carote-cipolle-aglio-pomodori) . Gli spinaci sono ricchi anche di vitamina k, fondamentale per preservare le cellule nervose dall’invecchiamento. Albicocche, mango e melone, ricchi di betacarotene, contengono polifenoli e antociani, antiossidanti per eccellenza, mentre i pomodori sono ricchi di licopene  in grado di ottimizzare le funzioni cerebrali. Poi gli omega 3 (olio di lino-olio di pesce-pesce azzurro-noci-semi di chia-semi di sesamo-semi di girasole-semi di zucca), importanti per la fluidità ed elasticità delle membrane cellulari e favoriscono la formazione di nuove sinapsi. Eliminare alcolici e il fumo di sigaretta che danneggiano l’area dell’ippocampo.
  4. EVITARE LA SOLITUDINE: la solitudine aumenta l’infiammazione cerebrale: nel cervello di persone sole è stata trovata l’interluchina 1, citochina infiammatoria che disconnette le sinapsi e porta a invecchiamento precoce dei neuroni.
  5. ATTIVITA’ LUDICHE: fare qualsiasi gioco di società tipo carte, bocce, ecc., leggere, scrivere, raccontare, fare parole crociate, cruciverba, fare conti senza calcolatrice, fare percorsi diversi per memorizzare nuove strade, mettere alla prova sempre la nostra memoria. Intrattenere sempre ottimi rapporti umani e sociali. Conservare a qualsiasi età l’entusiasmo e la curiosità del bambino assieme alla saggezza dell’adulto, ciò favorisce le connessioni e protegge sia l’ippocampo che l’amigdala, le strutture fondamentali della nostra memoria e dei nostri ricordi.

 

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